ALTAVILLA MILICIA – L’intero nucleo familiare di Giovanni Barreca, ad eccezione di Antonella Salamone, è stato impegnato in cerimonie di “espulsione del male”, culminate in un tragico eccidio. La figlia diciassettenne dei coniugi, unica che è riuscita a sopravvivere, ha avuto un ruolo in tali atti di violenza e per questo gli atti sono stati trasmessi al tribunale dei minori che ne ha disposto il fermo, poi il gip lo ha convalidato e la ragazza è ora in carcere.
Le parole del procuratore di Termini Imerese
“Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia che avrebbe partecipato al massacro. Erano tutti preda di un delirio mistico“.
Lo ha detto il Procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio nel corso di una conferenza stampa sulla strage di Altavilla Milicia.
Le vittime – la moglie e i due figli di Giovanni Barreca – e gli assassini, lo stesso Barreca e i due complici, dunque, avevano cominciato un mese fa una sorta di rito di purificazione dal demonio, poi sfociato negli omicidi.
“Giovanni Barreca e i due conviventi Sabrina Fina e Massimo Carandente si sono conosciuti sui social network” ha reso noto Cartosio. “La coppia di palermitani era in casa al momento del triplice omicidio. La villetta era frequentata solo da loro oltre che dalla famiglia“, ha aggiunto.
Rispondendo a una domanda dei giornalisti il Procuratore di Termini Imerese ha poi detto che “le torture fisiche sono iniziate l’ultima settimana da quando i ragazzini non sono più andati a scuola. La madre è stata uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli“.