Strage di Altavilla, la verità sarebbe in un hard disk: prossima settimana inizieranno le indagini difensive

ALTAVILLA MILICIA – Aggiornamenti sulla strage di Altavilla. La verità sul massacro è racchiusa in un hard disk di 8 terabyte. In questo sono presenti un’enorme quantità di dati che le procure di Termini Imerese e per i minorenni di Palermo hanno messo a disposizione delle difese dei quattro indagati per la tragedia.

Le indagini saranno avviate la prossima settimana

Gli avvocati Giancarlo Barracato e Franco Critelli, che assistono rispettivamente Barreca e la coppia palermitana Sabrina Fina e Massimo Carandente, hanno già consegnato il dispositivo di archiviazione agli inquirenti.

La prossima settimana inizieranno le indagini difensive sulla base del contenuto dell’hard disk. La stessa cosa farà il difensore della figlia 17enne di Barreca, anche lei indagata.

La verità sulla strage: cosa riporta l’hard disk

All’interno dell’hard disk ci sono oltre tre mesi di indagini tecniche, perizie e copie forensi di tutti i telefoni dei quattro indagati, dei loro computer e di tutte le interazioni in rete. Inoltre, sono presenti i risultati delle autopsie, i rilievi nella villetta dell’orrore con foto e video. Ci sono i tracciamenti gps degli spostamenti degli indagati. Per le difese comincia la corsa contro il tempo per studiare gli 8mila gigabyte di materiale che di fatto sono le colonne portanti dell’indagine dei carabinieri.

Continuano le minacce per Barreca: il trasferimento al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto

Mentre saranno riascoltati Sabrina Fina e Massimo Carandente, niente interrogatorio per Giovanni Barreca, l’unico reo confesso del massacro. Due giorni fa l’imbianchino è stato nuovamente trasferito dal carcere di Enna a quello di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese.

Anche nel carcere di Enna, Barreca è stato minacciato ed aggredito da altri detenuti pur essendo in regime di isolamento.

Ho ascoltato in diretta una delle aggressioni. Eravamo al telefono e il mio assistito. I telefoni sono in una zona comune ed è stato minacciato dagli altri detenuti. Gli hanno lanciato addosso di tutto e per evitare guai peggiori gli agenti lo hanno riportato in cella”. Questo è quanto racconta il suo legale Giancarlo Barracato.

Non sono nemmeno stato avvisato – prosegue – Il 7 giugno era in programma un nuovo incontro con lo psichiatra e la criminologa per completare la perizia sulle condizioni mentali del mio assistito. E non si potrà fare. Ho saputo solo ieri che era a Barcellona Pozzo di Gotto”.

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