Sicilia, troppo caldo. Agricoltura trema: è allarme siccità

Sicilia, troppo caldo. Agricoltura trema: è allarme siccità

PALERMO – “In Sicilia fa bel tempo fino ad autunno inoltrato” è questa la frase che ormai siamo abituati a sentire da chiunque parli della realtà isolana. Sebbene questo sembri un dato positivo, esiste sempre “l’altro lato della medaglia”.

Pare, infatti, che la regione degli agrumi, oltre che per le sue bellezze artistiche e naturali, sia ben conosciuta  per i record raggiunti negli ultimi anni.

Stiamo parlando delle condizioni climatiche eccessivamente miti ed a volte calde che si protraggono, anno dopo anno, fino alla fine di novembre.

Il mese appena concluso, per l’appunto, è stato il più caldo degli ultimi 200 anni. Ad oggi non ci si stupisce più se fino a poche settimane fa i siciliani ma anche i turisti, hanno potuto godere di un bel bagno al mare come se fossero ancora in pieno stile vacanziero.

Questi cambiamenti climatici sono gravi e causano non pochi danni; per esempio, al sud, la siccità. Una questione di rilevante importanza, che diventa ciclicamente più urgente nel periodo estivo, ma, procedendo negli anni, l’allarme si è esteso anche al periodo quasi invernale.

I meteorologi rivelano che fenomeni del genere non possono che essere imputabili ad un globale riscaldamento delle temperature che hanno causato gravi conseguenze. In ambito nazionale sono state: lo scioglimento dei ghiacciai sulle Alpi, il proliferare di temibili insetti come la zanzara tigre e numerosi parassiti delle piante che causano alle colture malattie fino ad oggi rare.

Ciò che deve portare a riflettere è la costanza con cui le temperature si sono alzate. D’altro canto, andando un po’ indietro con la memoria,  è possibile anche rendersi conto che le abbondanti precipitazioni, in Sicilia, risultano essere solo un caso sporadico.

Al momento i danni al settore agricolo, soprattutto nelle zone tra Enna e Catania, consistono nel portare gli agricoltori ad attendere per la semina, ma ciò significherà che i germogli saranno appena cresciuti quando arriverà la vera stagione delle piogge.

Con le temperature di queste settimane ci potrebbe essere scarsa produzione di pesche, albicocche, susine, pere e mele il prossimo anno.

Le Nazioni Unite hanno diramato l’ultimo rapporto di sintesi sui cambiamenti climatici che conferma al 95 per cento la responsabilità delle emissioni causate dalla combustione di petrolio, carbone e gas fossile.

Purtroppo non si tratta di storia nuova, tanto più spesso accade quanto più facilmente se ne parla. Facile però è anche andare oltre, non pensarci, soprattutto da parte di quegli stessi governi che dovrebbero mettere all’ordine del giorno dei loro incontri questo problema.