Sicilia, scovati altri 28 “furbetti del cartellino”: 2.500 ore di servizio dichiarate ma mai realizzate

Sicilia, scovati altri 28 “furbetti del cartellino”: 2.500 ore di servizio dichiarate ma mai realizzate

PALERMO – Ancora “furbetti del cartellino” nel mirino della Guardia di Finanza. Questa volta ci troviamo a Palermo, dove a finire sotto la lente di ingrandimento sono stati 28 dipendenti del Comune in servizio ai cantieri culturali della Zisa.

Uno per tutti, tutti per uno: il modus operandi dei lavoratori (se così si possono definire), era questo. In più di 3 mesi sono state dichiarate 2.500 ore di servizio ma in realtà mai realizzate. 28 appunto i soggetti coinvolti e raggiunti da ordinanza: 8 sono finiti agli arresti domiciliari, 14 con obbligo di dimora e presentazione alla Polizia giudiziaria e 6 soltanto con l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

I dipendenti sono indagati per truffa a danno di ente pubblico e falsa attestazione della presenza in servizio.

Nello specifico erano impiegati: 11 al Comune di Palermo, 3 al Co.I.M.E. e 14 alla Re.Se.T.. Tra questi spicca un soggetto indagato per mafia.

Appostamenti, pedinamenti, videoriprese e tanto altro: grazie ad appositi servizi è stato possibile far emergere gravi episodi in cui i lavoratori si allontanavano dal luogo di lavoro per sbrigare i propri impegni, “coperti” – il più delle volte – dai colleghi. Uno timbrava per tutti.

Alla luce però anche la questione illecita della rilevazione manuale. In caso di dimenticanza del cartellino personale, si dichiarava la propria presenza manualmente e così i dipendenti pensavano di aggirare il problema. Il sistema è stato scoperto però dai Finanzieri.

Le parole del sindaco Orlando

Esprimo un forte apprezzamento al comando provinciale della Guardia di Finanza per l’operazione Timbro libera tutti. Che mette in luce uno spaccato di una realtà che grava sul corretto funzionamento dei servizi alla città. Per questo l’amministrazione comunale si costituirà parte civile“. Lo ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando.

Fonte foto Ansa