PALERMO – Tira brutta aria in Sicilia e non si tratta soltanto di un vecchio modo di dire. Malgrado alcuni miglioramenti, l’aria che respiriamo giornalmente in Sicilia continua a essere inquinata e alcuni valori non possono che destare seria preoccupazione.
A rivelarlo sono i dati dell’ultima rilevazione effettuata da Arpa Sicilia, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, che figurano all’interno della relazione annuale 2018 sullo stato della qualità dell’aria nel nostro territorio.
L’analisi fa riferimento all’anno 2017 e, al suo interno, emerge un quadro allarmante per diverse aree della nostra isola che continuano a registrare degli alti tassi di inquinamento. Per procedere a tale rilevazione, l’Arpa Sicilia ha incrociato i dati raccolti dalle 38 centraline disseminate sul nostro territorio.
Otto di queste sono gestite direttamente dall’agenzia mentre le rimanenti sono nelle mani di enti pubblici e privati, tra cui Comuni e liberi consorzi (vale a dire le ex province regionali). Nel complesso, va detto che la qualità dell’aria siciliana non è delle peggiori ma nel corso delle rilevazioni sono emerse criticità che non possono essere sottovalutate.
È il caso delle stazioni di Palermo (Di Blasi), Catania (Viale Vittorio Veneto) e della cosiddetta “Zona Aree Industriali” (Gori-Niscemi). In queste aree il biossido d’azoto ha superato il valore limite espresso come media annua (40 microgrammi per metro cubo). In una stazione di Messina (Boccetta) e di Siracusa (Scala Greca) c’è stato un superamento del valore limite orario (200 microgrammi per metro cubo).
Per quanto riguarda le due principali città siciliane, il principale nemico dell’aria salubre è il traffico veicolare. I mezzi sarebbero infatti la sorgente primaria delle emissioni. Non arrivano buone notizie nemmeno per quanto riguarda il dato dell’ozono in Sicilia. A Melilli, Gela e Enna sono emersi superamenti del valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana.
Sempre a Melilli è stato registrato il superamento della soglia di informazione di ozono (vale a dire il livello oltre il quale è esistente un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata), così come a Scala Greca e Trapani.
Un altro allarme lanciato dall’Arpa Sicilia è quello relativo al valore spropositato di idrocarburi non metanici registrato nella Valle del Mela, nel Messinese. Nella stazione di Pace del Mela, vicina alle grandi industrie peloritane, è stata rilevata una concentrazione media annuale di ben 220 microgrammi per metro cubo, con una media oraria di 2.700 microgrammi. Il caso di Pace del Mela è emblematico, poiché in nessun altro punto della nostra regione si raggiungono livelli talmente alti.
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