Sicilia e internazionalizzazione. Crescita esponenziale dell’export, tante “terre promesse”

Sicilia e internazionalizzazione. Crescita esponenziale dell’export, tante “terre promesse”

PALERMO – Incremento esponenziale dell’esportazione per la Sicilia. È la seconda regione italiana del Mezzogiorno in merito di export. Made in Sicily, prodotti raffinati, apparecchiature tecnologiche sono le merci maggiormente vendute.

Secondo il report di Sace Simest, solo nel 2017 la Sicilia ha registrato un aumento, rispetto all’anno precedente, del +30,4% delle esportazioni, con quattro Paesi principali: Francia (+13,9%), Stati Uniti, Spagna (+41,4%) e Turchia. Nel primo trimestre del 2018 si registra una crescita del +9,5%, rispetto al primo trimestre del 2016. Stando a questi dati, nei prossimi quattro anni la regione ricoprirà una posizione sempre più importante all’interno del mercato globale.

Per quest’anno e il prossimo futuro, si stima che il mercato si possa allargare ad altri Paesi: gli apparecchi elettronici potranno essere esportati soprattutto nelle Filippine e in Marocco; i prodotti alimentari e le bevande siciliane saranno acquistate maggiormente dagli asiatici, in Cina e Giappone; ai prodotti agricoli saranno interessati, in particolar modo, Polonia e Spagna; i prodotti chimici verranno esportati principalmente in India e Indonesia; i raffinati saranno acquistati, innanzitutto, da Stati Uniti e Spagna.

Sace Simest avverte che, nonostante il periodo di tensione geopolitica italiana, non ci sia motivo di allarmarsi troppo: l’export italiano continuerà ad aumentare considerevolmente anche nei prossimi anni, superando i 540 miliardi di euro nel 2021.

L’espansione delle catene globali di valore e la frammentazione della produzione internazionale ha incrementato, in passato, l’integrazione dei mercati. Tale integrazione ha subito un arresto a causa di cambiamenti strutturali. La Cina, con un programma stabilito fino al 2025, si sta concentrando sul miglioramento della propria economia attraverso la produzione “in casa”. Questa scelta sembra essere privilegiata, paradossalmente, proprio dal mercato globale.

Sul Made in Sicily e, più in generale, sul Made in Italy occorre canalizzare le forze del Paese, secondo Sace Simest.

Le imprese esportatrici, che punteranno sulla qualità del Made in Italy, avranno delle grandi opportunità. I luoghi che rappresentano il terreno più fertile per esportazioni e investimenti sono: Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam, che da soli hanno fruttato 95 milioni di euro nel 2017.

Ma ci sono anche delle “nuove promesse”: Turchia, Senegal, Colombia, Filippine e Marocco cresceranno in modo considerevole nei prossimi anni.