Serre indoor per coltivare marijuana, due arresti e due denunce a Partinico

PALERMO – I carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Partinico, hanno arrestato un 53enne di Borgetto, già noto alle Forze dell’Ordine, indiziato dei reati di coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti.

I militari, hanno perquisito l’abitazione dell’uomo, al cui interno, sarebbe stata allestita una serra indoor per la coltivazione di 290 piante di cannabis indica, dell’altezza di 1,50 metri, nonché, due kg di infiorescenze già essiccate occultate in una stanza della casa.

L’arresto dell’uomo è stato convalidato e, il Giudice per le Indagini Preliminare del Tribunale di Palermo ha disposto per l’indagato la misura della custodia cautelare in carcere.

Il secondo arresto a Partinico

Sempre nel corso della medesima attività antidroga, i carabinieri hanno arrestato un 45enne partinicese che, fermato a bordo di un’autovettura, è stato trovato in possesso di uno zaino contenente 160 grammi di marijuana.

La perquisizione nell’abitazione del 45enne ha consentito ai militari di rinvenire, anche in questo caso, un’altra serra indoor, con impianto di areazione per la coltivazione di 52 piante di cannabis alte 1,20 metri, oltre che 500 grammi di marijuana già essiccata.

Per l’indagato, l’arresto è stato convalidato e il G.I.P. ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Denunciati anche altri due uomini

Sono stati inoltre denunciati in stato di libertà per il medesimo reato altri due uomini, rispettivamente un 46enne ed un 41enne, entrambi residenti a Partinico.

La droga sequestrata è stata trasmessa al Laboratorio di Analisi delle Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Palermo per le verifiche ponderali e qualitative.

È doveroso rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.