PALERMO – La Polizia di Stato ha dato esecuzione al decreto emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione con il quale, in accoglimento della proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Questore di Palermo, è stato disposto, nei confronti di Maurizio Di Stefano, 44enne, in atto detenuto, il sequestro di beni per un valore stimato di circa 200mila euro; in particolare, sono stati sequestrati un terreno, ubicato nel territorio di Carini, sul quale sono stati edificati una villetta e due magazzini, nonché un’autovettura.
Maurizio Di Stefano, soggetto pregiudicato già condannato per reati contro il patrimonio ed in materia di sostanze stupefacenti, è stato destinatario del provvedimento dell’Avviso Orale emesso dal Questore di Palermo nel 2001, nonché della misura di prevenzione della sorveglianza speciale irrogatagli dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione nel 2004 per la durata di 1 anno e 6 mesi.
In data 17 ottobre 2019 è stato condannato, con sentenza emessa dal G.U.P. presso il Tribunale di Palermo, confermata dalla Corte di Appello di Palermo nel luglio del 2020 e divenuta definitiva nel marzo del 2021, alla pena di 6 anni e 9 mesi, perché riconosciuto colpevole del reato di cui all’art. 73 co. 1 e co. 1 bis del DPR 309/90, commesso dal 2012 al 2019, vale a dire in un periodo successivo all’applicazione della suddetta prima misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S.
Per tali fatti, successivamente, nel marzo del 2021 gli veniva applicata dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, sempre su proposta del Questore di Palermo, una nuova misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di 2 anni con l’obbligo di soggiorno nel comune di Carini.
Sulla base della acclarata pericolosità sociale di Maurizio Di Stefano, caratterizzata dalla sua abituale dedizione alla commissione di attività delittuose di per sé lucro genetiche quali quelle in materia di stupefacenti, nonché della circostanza del mancato svolgimento da parte dello stesso di una regolare attività lavorativa lecita, sono stati avviati accertamenti patrimoniali dall’Ufficio Misure di prevenzione patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo nei confronti del predetto e del suo nucleo familiare convivente.
All’esito di tali indagini è stata accertata una notevole sperequazione tra l’impiego di risorse economiche utilizzate per l’acquisto di beni nella disponibilità dell’uomo ed i redditi dichiarati al fisco dal suo nucleo familiare. È emersa, altresì, la correlazione temporale tra il periodo di illecito arricchimento da parte del predetto e quello relativo all’acquisto dei beni oggetto di odierno provvedimento ablatorio, a conferma evidente di come lo stesso abbia fatto ricorso ai proventi derivanti dalle sue attività delittuose per far fronte agli investimenti patrimoniali.
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