PALERMO – Tute bianche imbrattate di rosso. Rosso sangue. Corpi accartocciati a terra. Abbandonati. Scomposti, simulacro dell’orrore che la tragedia delle morti bianche genera. E poi due striscioni, a fare da quinte alla tragica scena con gli hashtag lanciati da Cgil, Cisl e Uil: #bastamortisullavoro e #presidiamolasicurezza.
È così che, presenti i vertici regionali dei sindacati – i leader Sebastiano Cappuccio (Cisl), Luisella Lionti (Uil) e per la segreteria Cgil Francesco Lucchesi – si è svolto stamani in piazza Politeama a Palermo il flash mob che le tre sigle hanno organizzato per tenere i riflettori accesi “sulla strage silenziosa che solo in Sicilia nei primi otto mesi di quest’anno ha visto morire sul lavoro ben 44 persone contro i 38 decessi degli stessi mesi di un anno fa“.
Il flash mob di oggi ha messo un punto alla settimana di mobilitazione sindacale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro che domani a Roma culminerà con una manifestazione nazionale. Sul palco di piazza Santi Apostoli si alterneranno, a partire dalle 10, le testimonianze di lavoratrici e lavoratori, poi la parola in chiusura passerà ai segretari generali di Cgil Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri.
Quanto alla Sicilia, i confederali segnalano che solo nell’Isola nei primi otto mesi di quest’anno sono stati denunciati all’Inail 23.605 infortuni contro i 15.165 dello stesso periodo di un anno fa, con il +55,6%. Sul piano nazionale, dall’inizio del 2022 muoiono sul lavoro in media tre persone al giorno, rimarcano Cgil, Cisl e Uil. Da gennaio ad agosto sono state presentate 484.561 denunce di infortuni col +63,4% relativo alla componente femminile mentre per quella maschile il dato si è attestato sul +24,9. La fascia di età maggiormente coinvolta risulta essere quella tra i 40 e i 59 anni. In generale nel Sud la crescita degli infortuni, lamentano i sindacati, è stata complessivamente del 53,5%.
Da qui la settimana di mobilitazione “contro le morti bianche e per riportare al centro del dibattito i temi della sicurezza, anche in vista della formazione dei nuovi governi, regionale e nazionale“. Obiettivo: ottenere “risposte immediate“, puntualizza una nota delle tre organizzazioni, che al neo-governo regionale chiedono in primo luogo di far presto con l’attuazione del protocollo firmato ad agosto tra Regione e Ispettorato nazionale, “per il contrasto – vi si legge – all’illegalità del lavoro anche sotto il profilo previdenziale, assicurativo e della sicurezza“.
L’intesa dovrebbe condurre al potenziamento della rete degli ispettori nell’Isola, al momento appena 63. “I controlli capillari – sostengono Cgil Cisl e Uil – possono fungere da deterrenza e far venire alla luce le situazioni di irregolarità e mancato rispetto della normativa sul lavoro e sulla sicurezza, così garantendo i diritti dei lavoratori e la piena dignità del lavoro“.
Sul fronte nazionale la manifestazione di domani per Cgil, Cisl e Uil sarà l’occasione per lanciare un manifesto in sette punti. In due parole, i sindacati sostengono che tutti i finanziamenti alle imprese, pubbliche e private, devono essere condizionati a investimenti aziendali per la salute e la sicurezza. Che tutti gli appalti, pubblici e privati, devono essere subordinati all’applicazione dei contratti collettivi di lavoro. E che alle imprese vincitrici di appalti deve essere richiesto un programma di qualificazione, “anche secondo il modello della patente a punti“.
Ancora, che i lavoratori siano obbligati a frequentare corsi di formazione e addestramento. E idem i datori di lavoro “quale requisito” per l’attività di impresa. Il rafforzamento dei controlli e del coordinamento tra gli enti preposti: Ispettorato del Lavoro, Asp, Inail e Inps. E che questi istituti collaborino regolarmente con le parti sociali. Cgil, Cisl e Uil sollecitano inoltre il via a tavoli di confronto a tutti i livelli tra istituzioni, sindacati e imprese. E l’inserimento della materia “salute e sicurezza sul lavoro” nei programmi scolastici. Affinché, sottolineano, “il rispetto della vita di chi lavora entri nei programmi educativi e sia sempre, non solo valore da proclamare. Anche concreta e puntuale pratica quotidiana“.