PALERMO – La Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo -Sezione Misure di Prevenzione, su Proposta del Questore di Palermo, con il quale è stata disposta nei confronti di Benedetto Bacchi di 50 anni, detto “Ninì”, la confisca di un ingente patrimonio, per un valore complessivo di circa 6.000.000 di euro. Nello specifico si tratta di 10 beni immobili, 7 società operanti nel settore edile e in quelle dei giochi e scommesse, delle quali alcune ubicate a Malta, 4 veicoli, 6 rapporti finanziari, 1 quota societaria e diritti di credito pari a 300.000 euro di una impresa operante a Terni.
La figura di Bacchi, imprenditore attivo nel settore dei giochi e delle scommesse online, è emersa nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Palermo relative all’operazione di polizia denominata “GAME OVER”. Tale attività investigativa ha confermato l’esistenza di una forte e indissolubile compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse in seno alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, che rappresenta una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale.
Le indagini, tra l’altro, hanno permesso di accertare come Bacchi, avvalendosi del sostegno offerto dalla famiglia mafiosa di Partinico ed, in particolare, di Francesco Nania, nato a Palermo il 19.01.1969, oltre che delle famiglie mafiose palermitane di San Lorenzo, Resuttana, Porta Nuova, Noce e Brancaccio, è riuscito, in breve tempo, ad aggiudicarsi il mercato del gioco sul territorio palermitano in posizione di monopolio rispetto agli altri concorrenti. Lo stesso, nell’arco di un decennio, ha sviluppato e consolidato un circuito di scommesse e giochi online in grado di competere con i più importanti marchi nazionali, con la sostanziale differenza, però, che il suo circuito, in questa rapida e, allo stesso tempo, anomala crescita, è stato supportato dall’organizzazione mafiosa Cosa Nostra che gli ha consentito di limitare drasticamente la concorrenza e, quindi, di ampliare al massimo la diffusione del suo marchio in cambio di una partecipazione ai profitti e all’utilizzo dei canali finanziari del circuito delle scommesse e dei giochi a distanza per riciclare e occultare proventi di attività illegali. La figura di Bacchi ha, quindi, progressivamente assunto i caratteri dell’imprenditore che ha scelto come socio, deliberatamente e programmaticamente, l’organizzazione mafiosa, scendendo a patti con i suoi esponenti così da poter realizzare la propria strategia di espansione dei “punti gioco”, offrendo, in cambio, la concreta prospettiva di elevati profitti derivanti, tra l’altro, dalla sua illecita attività.
Gli elementi investigativi emersi nell’ambito della predetta indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, sono confluiti nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari nr. 22264/13 R.G.N.R. e n. 13079/13 R.G.GIP emessa dal Tribunale di Palermo – Sezione del Giudice per le indagini preliminari in data 26.01.2018, nei confronti dello stesso Bacchi e di altri soggetti indagati, a vario titolo, per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio e associazione per delinquere finalizzata alla produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’ambito del citato procedimento penale, in data 26.10.2021, Benedetto Bacchi è stato condannato dal Tribunale di Palermo, all’esito del giudizio ordinario, alla pena di anni 18 di reclusione per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso e per i reati, anche questi aggravati dalla predetta circostanza, di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse, truffa aggravata, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Sulla base della pericolosità sociale di Bacchi, qualificata dall’appartenenza dello stesso al sodalizio mafioso, sono state avviate dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo indagini patrimoniali che hanno permesso di ricostruire l’origine dell’ingente patrimonio di Bacchi, frutto evidente del reimpiego di una cospicua parte dei capitali di illecita provenienza utilizzati dallo stesso nell’acquisto di numerosi beni, alcuni dei quali fittiziamente intestati a diversi soggetti a lui vicino.
Con l’odierno provvedimento la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto, a carico di Benedetto Bacchi, la confisca dei beni già oggetto di sequestro nel dicembre del 2018, tra i quali spicca, tra gli altri, anche una lussuosa villa a Palermo in viale Margherita di Savoia.
Con lo stesso decreto gli è stata, inoltre, applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni.
Foto di repertorio
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