PALERMO – Il suo era un profilo chiaro a tutti. Lei, Teresa Marino, era la capa e nessuno poteva disubbidirle.
“…Questa mattina ho visto il conto… cioè mi sono rimasti quindicimila euro…”. Ecco le parole intercettate durante una conversazione col marito. La Marino, moglie del noto boss Tommaso Lo Presti, aveva tutto sotto controllo e gestiva soprattutto le casse della consorteria, incrementando per di più le entrate attraverso lo spaccio di stupefacenti.
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Così questa “donna d’onore” portava avanti la linea di azione del marito che essendo in carcere non poteva agire direttamente.
Era sempre lei che manteneva le famiglie dei detenuti del clan gestendo entrate e uscite e guai a chi sgarrava. E proprio per queste famiglie aveva un occhio di riguardo. “Appena le porta… io glieli faccio avere… dille così” , con garbo diceva a qualcuna di loro.
La Marino aveva dato direttive per 27 estorsioni, quelle accertate dai carabinieri durante le indagini che hanno portato ai 38 fermi questa mattina, e le sue vittime erano commercianti e imprenditori che lavoravano nel settore dell’edilizia. Questi erano costretti a versare il 3% del valore dell’appalto a Cosa Nostra per poter operare serenamente.
Ma il vero business di questa donna si giocava tutto fra la droga e il pesce e la concorrenza si eliminava sia con le buone che con le cattive.
Il settore ittico è fra i più fiorenti nell’economia palermitana e Teresa Marino non poteva che metterci gli occhi sopra. Così aveva eliminato imprese che creavano concorrenza alle aziende che facevano parte di Cosa Nostra.
“…Gli dici che senza ordine di… non possiamo caricare nessuno nei nostri camion… gli dici che finisce la giornata e lo mandi a casa, altrimenti vengo e vi metto mani a tutti e due e vediamo se la dobbiamo finire… lo prendo e lo scanno qua…”, la donna chiosava durante un’altra telefonata. Tutti la temevano. E sempre lei imponeva gli approvvigionamenti ai pescivendoli costretti a rispettare anche l’ampiezza dei punti vendita.
Insomma era un vero boss in gonnella…
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