PALERMO – “Se il 18 giugno dovesse essere permesso a Salvo Riina di presentare il suo libro a Palermo, sarò a Palermo per impedire questa ulteriore offesa alla memoria di mio fratello e dei ragazzi massacrati insieme a lui. Niente e nessuno mi potrà impedire di farlo. Ho 74 anni, ho vissuto già 22 anni più di mio fratello, sono pronto a qualsiasi cosa“. Sono dure ma dense di sentimento le parole di Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso nella strage di via d’Amelio.
Negli scorsi giorni infatti Salvo Riina, uno dei figli del superboss di Cosa nostra Totò, aveva annunciato di voler presentare il suo libro “Riina family life” proprio nel capoluogo siciliano sede di diversi agguati mafiosi a uomini di giustizia. Una voglia che non si è placata neanche dopo le polemiche scoppiate nel post intervista rilasciata a Bruno Vespa a “Porta a porta” in occasione dell’uscita del romanzo, le librerie in rivolta e non ultime, quelle legate al presunto inchino del patrono di Corleone davanti alla casa della madre di Salvo, Ninetta Bagarella.
L’appuntamento è fissato, il 18 giugno nella sala conferenze del Grand hotel Politeama. Le reazioni della comunità ci saranno, come lecito aspettarsi e Salvatore Borsellino sarà in prima fila in omaggio al sangue del fratello, la cui memoria vale senz’altro maggior rispetto di quella del suo carnefice.
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