PALERMO – Dopo il decreto “appropriatezza”, continuano i tagli del governo alle spese della sanità. È delle scorse ore, infatti, la notizia di una piccola rivoluzione nel pronto intervento medico. Ieri è stato approvato l’Atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione di medicina generale.
In cosa consiste? Studi medici aperti dalle 8 alle 24, ovvero per sedici ore, e sette giorni su sette, mentre nelle ore notturne entra in campo il 118. Inoltre, niente più file per pagare ticket e prenotare visite ai Centri unici di prenotazione (Cup), in quanto si potrà fare tutto direttamente nello studio medico.
Il vero cambiamento è dunque quello che assicura la presenza costante del medico per tutti gli assistiti, garantendo una continuità assistenziale che dovrà essere garantita dalle 8 del mattino alla mezzanotte da medici di famiglia e guardia medica, oramai assimilati in un ruolo unico.
Nelle ore notturne, ad assistere chi ne ha bisogno ci penserà il 118. Una ”staffetta che consente di avere più medici disponibili nell’arco della giornata, andando a coprire anche fasce orarie come quelle dalle 8 alle 10 del mattino o del primo pomeriggio, dalle 14 alle 16, oggi meno coperte. E che generano così intasamenti nei pronto soccorsi a discapito di chi ha una vera emergenza“, ha detto il segretario del sindacato dei medici di medicina generale Fimmg, Giacomo Milillo.
Non dello stesso parere un altro sindacato di medici, lo Smi (Sindacato medici Italiani) nella figura del suo responsabile per la comunicazione in Sicilia, Santo Angileri.
“Siamo completamente contrari a questo tipo di riforma. Il governo parla di un’assistenza continua più efficiente, in realtà stanno distruggendo la continuità assistenziale. Parlano di alleggerire il carico negli ospedali ma avverrà l’esatto opposto. Stanno creando una grande confusione fra urgenza ed emergenza in quanto l’assistenza notturna riservata al 118, comporterà il trattamento ospedaliero di casi in cui non è necessaria l’ospedalizzazione“.
Angileri sottolinea che i dati forniti dal governo secondo cui le guardie mediche non effettuerebbero numerose prestazioni, non è affatto attendibile.
“Statistiche inventate per giustificare questa manovra illogica. La prospettiva è un aumento della disoccupazione, perché tanti medici perderanno la loro funzione, oltre a un costante avvicinamento verso la privatizzazione della sanità. Faremo il possibile per evitare che ciò succeda ma abbiamo bisogno dell’appoggio dei cittadini“, ha concluso Angileri.
Un’altra lotta è cominciata, speriamo solo che a vincere sia il miglior destino possibile per gli italiani.