PALERMO – La polizia di Stato ha eseguito un decreto emesso dal tribunale – sezione misure di prevenzione, con il quale su proposta del Questore di Palermo, è stato disposto un sequestro patrimoniale, per un valore complessivo stimato di circa 100mila euro, nei confronti del pregiudicato palermitano Domenico Amari, 45enne.
Questi i beni colpiti dal provvedimento ablatorio: un’impresa individuale attiva nel settore della “gestione di parcheggi e autorimesse”, con sede a Villabate; il 30 % di una società attiva nel settore delle “riparazioni meccaniche”, con sede a Villabate, e due moto.
La pericolosità sociale di Amari, condannato definitivamente per la commissione di reati contro il patrimonio e la persona, nonché per delitti inerenti la detenzione e lo spaccio di stupefacenti, ha trovato già una prima conferma nel 2016 con l’applicazione nei suoi confronti della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di 3 anni, in quanto soggetto che, per la condotta e il tenore di vita, era ritenuto dedicarsi abitualmente a traffici delittuosi e vivere con i proventi di attività criminali.
In ultimo, l’aggravarsi della sua pericolosità sociale è emersa in seguito alle indagini della squadra mobile di Palermo che, il 19 giugno 2018, hanno condotto al suo arresto per una violenta rapina commessa il 22 agosto 2017 a Termini Imerese. In quella circostanza il gruppo criminale capeggiato dall’arrestato si era impossessato con violenza di un container contenente circa 138 quintali di gamberi surgelati, del valore di circa 170mila euro, aggredendo e sequestrando l’autista del mezzo.
Le indagini, inoltre, hanno accertato il suo ruolo di organizzatore e promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio. Era emerso, in particolare, che l’area di pertinenza dell’autorimessa di Villabate, in via Alcide De Gasperi, sebbene formalmente intestata a un congiunto, fosse in realtà nella disponibilità dell’Amari, che la utilizzava per organizzare riunioni operative nel corso delle quali venivano pianificati reati e ripartiti i ruoli dei componenti della banda criminale.
Sulla base dell’acclarata pericolosità sociale dell’Amari, quale soggetto dedito alla commissione di delitti in grado di produrre profitti, sono state effettuate nei suoi confronti e del suo nucleo familiare mirate indagini patrimoniali dagli agenti dell’ufficio misure di prevenzione della divisione anticrimine della questura di Palermo, che hanno permesso di rilevare una notevole sproporzione economica tra i redditi leciti dichiarati, ben inferiori alle ordinarie spese di mantenimento di una famiglia, e gli acquisti patrimoniali effettuati, evidentemente frutto di risorse finanziarie illecite derivanti dall’attività delittuosa del malvivente.
