Rapine tra i viali del Policlinico, bloccato giovane malvivente

Rapine tra i viali del Policlinico, bloccato giovane malvivente

PALERMO – Rapine tra i viali del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo. Il responsabile sarebbe un palermitano, arrestato dai poliziotti per rapina aggravata ai danni di un informatore farmaceutico. Quest’ultimo aveva assistito poco prima a un altro tentativo di rapina, non riuscito.

La ricostruzione Rapine tra i viali del Policlinico

In base a quanto raccontato dall’informatore farmaceutico, che ha denunciato alla polizia quanto accaduto nel capoluogo, l’artefice della tentata rapina sarebbe un giovane che si trovava a bordo di uno scooter. Il malvivente avrebbe inizialmente chiesto dei soldi a una prima vittima che però avrebbe rifiutato di assecondare l’intimidatore.

Alla scena avrebbe assistito anche l’informatore farmaceutico: pertanto, il giovane rapinatore avrebbe deciso di rivolgere la stessa “richiesta” a lui. Per farlo avrebbe anche ricorso ad alcune minacce, come quelle di colpirlo con il casco. Una volta resosi conto però della presenza delle telecamere di sorveglianza, il giovane è fuggito. In questo modo per l’informatore è stato possibile chiamare in soccorso i poliziotti che, giunti sul posto, sono riusciti a bloccare il malvivente.

Foto di repertorio

Rapine tra i viali del Policlinico

Condannato a cinque anni di carcere per rapina: dopo dieci anni arriva la sentenza

Nelle scorse settimane un uomo di 36 anni è stato condannato a 5 anni di reclusione, poiché ritenuto responsabile di una rapina, avvenuta a Termini Imerese (Palermo) nella notte del 1° agosto 2013.

La ricostruzione dei fatti

Nelle prime ore del mattino, l’uomo si era introdotto in un’abitazione insieme ad alcuni complici non identificati, pensando che in casa non ci fosse nessuno. Tuttavia, contro ogni aspettativa, l’uomo si era trovato davanti a una giovane donna, ancora a letto, che ha deciso di aggredire e immobilizzare, per poi costringerla ad aprire una cassaforte che conteneva denaro e gioielli.

Le indagini su quel crimine sono state condotte dalla Polizia di Stato, nello specifico dal personale del commissariato di “Termini Imerese” che ha raccolto una lunga serie di elementi indiziari, per i reati di rapina aggravata dal possesso di armi in concorso e lesioni personali in concorso, condivisi dall’autorità giudiziaria e confluiti nella sentenza di condanna di primo grado che ha consentito così di compiere un primo passo, anche se ancora non definitivo, sul caso della violenta rapina.

Quando è stato condannato, il 36enne si trovava già in carcere poiché recluso per precedenti provvedimenti: una misura di custodia cautelare per la già citata rapina e una condanna irrevocabile a 9 anni e 8 mesi di reclusione per gravi reati, commessi nel Messinese, come associazione a delinquere, furto, rapina e detenzione di armi.

Il detenuto è evaso dagli arresti domiciliari qualche giorno prima dell’emissione della sentenza di condanna. Dopo aver fatto perdere le tracce, nel 2020 è stato rintracciato dai poliziotti in territorio straniero dove si era rifugiato insieme ai suoi familiari. È stato poi possibile estradarlo e condurlo in un istituto penitenziario del territorio nazionale. E proprio dopo essere stato ristretto in carcere, è stata applicata la misura cautelare e, con la sentenza di oggi, è stato stabilito che l’uomo dovrà scontare altri 5 anni di reclusione.