Cronaca

Protesta a Palermo: migranti chiedono diritti e modifiche alle normative

PALERMO – Circa 250 persone stanno manifestando oggi, nella protesta a Palermo, davanti a piazza del Parlamento contro le politiche del governo, accusato di “ostacolare il rilascio del permesso di soggiorno“.

La protesta, organizzata dal movimento regionale Right 2 Be, composto principalmente da immigrati che hanno raggiunto la città da diverse zone della Sicilia, si è trasformata in un corteo che si dirigerà verso la sede della prefettura, in via Cavour.

Protesta a Palermo: le parole di Ibrahin Demme

Da Agrigento a Catania, Ragusa, Partinicospiega Ibrahin Demme, componente del movimento Right 2 Beabbiamo deciso di scendere in piazza perché ci sono nostri fratelli e sorelle che hanno grossi problemi legali, pur vivendo in Sicilia da diversi anni“.

Il movimento, che sostiene la causa con striscioni con la scritta “casa, lavoro, documenti per tutti“, ha chiesto un incontro con il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, affinché si faccia portavoce delle loro richieste al ministero.

La propaganda di questo governo, che continua ad indicare i migranti come peso per il Paese, si scontra con la realtà dei fatti: migliaia di donne e uomini arrivati in Italia vengono sfruttati e reggono interi settori economici come quello agricolo ed ediliziocontinua DemmeNoi chiediamo l’abolizione della legge Bossi-Fini, che lega il permesso di soggiorno al lavoro e rende ricattabili i migranti, costretti ad accettare qualsiasi condizione, anche le più infime“.

La richiesta di abrogazione del Decreto Cutro

Il movimento chiede inoltre l’abrogazione del Decreto Cutro, che ha peggiorato ulteriormente le condizioni per il rilascio del permesso di soggiorno, e propone una riforma che consenta l’acquisizione della cittadinanza italiana dopo 5 anni di permanenza, senza la necessità di residenza e di un reddito minimo (superiore a 8 mila euro), che esclude molti migranti in difficoltà economiche.

Chiediamo ancheconclude Demmeil superamento del decreto flussi per permettere l’accesso diretto di cittadini provenienti da Paesi fuori dall’Unione Europea, consentendo loro di venire in Italia per 24 mesi per cercare lavoro o seguire corsi di formazione professionale, con un permesso di soggiorno creato ad hoc“.

Redazione

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