Preside Lo Verde arrestata per corruzione, ci sono altri 9 indagati

Preside Lo Verde arrestata per corruzione, ci sono altri 9 indagati

PALERMO – Si allunga la lista degli indagati nell’ambito di corruzione e peculato nella scuola “Giovanni Falcone” di Palermo. I primi sospetti sono stati rivolti alla preside Daniela Lo Verde, alla vicepreside Daniele Agosta e alla dipendente di un negozio di elettronica, Alessandra Conigliaro.

Oltre a loro, già posti ai domiciliari, sono subentrati altri 9 indagati a piede libero: si tratta di docenti e collaboratori su cui gravano le stesse accuse degli altri tre soggetti.

L’indagine della Procura europea

L’indagine della Procura europea, che ha suscitato grande clamore a causa della notorietà della Lo Verde, ha messo in luce presunte irregolarità nella gestione dei progetti europei. Secondo l’accusa, la preside, con la complicità del vicepreside e di altri insegnanti coinvolti, avrebbe depredato la mensa scolastica, rubando generi alimentari, falsificando le firme degli studenti coinvolti nei progetti finanziati dall’UE e appropriandosi di tablet e pc destinati alla scuola.

L’Unione Europea è tra le parti lesionate, motivo per cui la competenza dell’indagine è della Procura europea.

Le intercettazioni

Dalle intercettazioni, inoltre, emerge che la donna si riforniva esclusivamente di pc e tablet da un unico negozio, ottenendo i preventivi delle ditte concorrenti attraverso la dipendente del negozio, la quale avrebbe ottenuto favori come iPhone per sé e le figlie.

Di fatto, l’attività commerciale in questione era l’unico fornitore della scuola. La Lo Verde, considerata una preside di frontiera in un quartiere difficile e decorata con la medaglia di Cavaliere della Repubblica, dovrà ora rispondere delle accuse mosse contro di lei.

Sequestrato il materiale rubato: lo sgomento di Lagalla 

Sono numerose le reazioni relative all’arresto della preside dell’Istituto comprensivo “Giovanni Falcone”, Daniela Lo Verde accusata – insieme ad altri indagati – di aver rubato cibo dalla mensa, pc e iPhone destinati a un uso scolastico.



La ricostruzione della vicenda

Lo stupore di Lagalla

Il sindaco di PalermoRoberto Lagalla, ha affermato: “Rimango sgomento nell’apprendere la notizia dell’arresto della preside dell’Istituto comprensivo ‘Giovanni Falcone’, Daniela Lo Verde, che, durante il mio incarico di assessore regionale all’istruzione, ho conosciuto come dirigente scolastica particolarmente dedita al suo lavoro. Alla luce degli odierni accadimenti, è doveroso che le indagini abbiano il loro corso e confido che esse possano inequivocabilmente chiarire i fatti, per il bene della comunità studentesca e della scuola, da sempre importante punto di riferimento civile e sociale del difficile quartiere Zen 2“.

Le dichiarazioni di Maria Falcone

Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci, ha espresso il suo dolore per l’arresto della Lo Verde e ha dichiarato: “L’indagine che ha portato oggi all’arresto di Daniela Lo Verde mi addolora profondamente e non solo perché i fatti che stanno emergendo sono un insulto alla memoria di mio fratello Giovanni. Conosco bene quella scuola da prima che la dirigesse Lo Verde e l’ho sempre considerata un presidio fondamentale in un quartiere come lo Zen attanagliato da tante criticità, con una presenza criminale notevolissima e una dispersione scolastica tra le più alte d’Italia“.

Le parole di Giusto Catania: “Uno shock terribile per me”

Giusto Catania, ex assessore comunale della giunta Orlando e Dirigente Scolastico dell’I.C. Giuliana Saladino, scuola capofila della Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola, ha dichiarato: “La notizia dell’arresto di Daniela Lo Verde è uno shock terribile per me, che la conosco da anni, e per il mondo della scuola. Ho grande fiducia nella magistratura e sono certo che i contorni della vicenda si chiariranno presto. Questa notizia non può, qualsiasi sia l’esito della vicenda giudiziaria, delegittimare il lavoro faticoso e fertile che fanno quotidianamente docenti e Dirigenti Scolastici, soprattutto in realtà sociali difficili del nostro territorio“.

Il materiale sequestrato

Durante le perquisizioni effettuate dalla Sezione EPPO del Nucleo Investigativo di Palermo, nell’ambito dell’operazione odierna denominata “La Coscienza di Zen-O”, sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici come computer portatili, smartphone, tablet, giochi da tavolo ancora confezionati per bambini, una cassa audio, una stampante, uno scanner e anche un grande televisore da 65 pollici nelle abitazioni degli indagati.

Tuttavia, è importante sottolineare che gli indagati sono solo sospettati di reato, anche se gravemente, e la loro situazione sarà giudicata definitivamente solo dopo l’emissione di una sentenza.

In foto Daniela Lo Verde