Presa a calci e pugni mentre è a lavoro, in carcere ex marito

PALERMO – In carcere con l’accusa di maltrattamenti, dopo l’arresto operato dalla polizia. L’uomo avrebbe picchiato la sua ex moglie, che lunedì si trovava al lavoro in un impianto sportivo nella zona di viale Michelangelo a Palermo.

Picchia ex moglie a lavoro

Questo episodio, avvenuto solo pochi giorni fa, sembra essere l’ultimo di una serie di atti violenti che erano stati denunciati già tre anni fa.

In quel momento, il giudice aveva emesso un divieto di avvicinamento alla persona offesa e aveva disposto il rinvio a giudizio dell’indagato.

Nel 2021, la madre della vittima aveva chiamato il numero di emergenza 112 per segnalare che l’ex genero si era presentato sotto casa della figlia armato di una catena e stava danneggiando le auto parcheggiate.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto è stato ricostruito, l’uomo avrebbe raggiunto l’ex moglie in modo improvviso sul posto di lavoro.

L’avrebbe aggredita alle spalle, colpendola ripetutamente con un casco in testa e infliggendole calci mentre cadeva a terra in modo violento.

Questo attacco è avvenuto nonostante la presenza di numerosi giovani frequentatori del circolo sportivo.

Solo l’intervento di alcuni adulti avrebbe fermato l’aggressore, costringendolo alla fuga. Dopo l’incidente, il personale medico del 118 è intervenuto per soccorrere la donna, mentre gli agenti di polizia delle Volanti hanno iniziato a raccogliere le prime testimonianze.

Dalle indagini al carcere

Il resto delle indagini è stato condotto dagli agenti dei commissariati Zisa-Borgo Nuovo e San Lorenzo, sotto il coordinamento dei magistrati del Dipartimento per la violenza di genere, la violenza domestica e le vittime vulnerabili.

Pertanto, è stata richiesta e ottenuta la misura cautelare della detenzione in carcere per l’aggressore. Come si legge nella nota diffusa dalla Questura, questo grave episodio sembra essere l’ultimo di una serie di comportamenti vessatori e aggressivi che si sarebbero protratti nel tempo.

Nel 2020, l’uomo era stato sottoposto a un altro procedimento penale per maltrattamenti, e in quel caso, era stato soggetto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa, oltre ad essere stato rinviato a giudizio.