“Poteva essere vostro figlio”: il fratello di una delle vittime della sparatoria di Monreale scrive a Mattarella e alla Meloni

“Poteva essere vostro figlio”: il fratello di una delle vittime della sparatoria di Monreale scrive a Mattarella e alla Meloni

MONREALE – Un grido di dolore e di giustizia, quello di Marco Pirozzo, fratello di Massimo, uno dei tre giovani uccisi nella sparatoria di Monreale avvenuta lo scorso 27 aprile.

Una lettera, inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che si fa appello civile e personale, ma anche politico, rivolto alle più alte cariche dello Stato.

“So che Lei conosce il dolore”: l’appello al Capo dello Stato

Pirozzo apre la sua lettera con parole cariche di rispetto e di umanità, richiamando la tragedia personale vissuta in passato dallo stesso Mattarella:

“Da siciliano, da uomo delle Istituzioni, da fratello: so che Lei conosce bene il dolore di una perdita brutale e ingiusta, perché anche suo fratello è stato assassinato in modo vile. Le chiedo, con il massimo rispetto, di farsi portavoce del nostro appello e di aiutare a trovare soluzioni concrete, per onorare tutte le vittime di queste violenze insensate“.

Parole che chiedono attenzione e impegno, in un momento in cui – denuncia – lo Stato sembra distante.

“Un’amarezza profonda per il silenzio delle Istituzioni”

Marco Pirozzo non nasconde il proprio sgomento di fronte a ciò che definisce un’assenza grave:

“Oltre al dolore, sento un’amarezza profonda: l’assenza di vicinanza da parte delle massime autorità dello Stato. Nessuna parola, nessun gesto, nessuna attenzione da chi dovrebbe rappresentare e tutelare ogni cittadino. Come se questa tragedia fosse qualcosa di ordinario. Come se mio fratello e gli altri due ragazzi uccisi non contassero nulla”.

La strage e i nomi delle vittime

Nell’agguato armato, avvenuto nei pressi di Monreale, hanno perso la vita Massimo Pirozzo (26 anni), Andrea Miceli (26) e Salvatore Turdo (23).

Sono stati fermati due giovani palermitani dello Zen, Salvatore Calvaruso (18 anni) e Samuel Acquisto (19 anni), accusati di strage.

“Mio fratello era nel posto sbagliato, nel momento sbagliato”

Un destino tragico, quello toccato a Massimo, raccontato con dolore e lucidità da suo fratello:

“Mio fratello Massimo è stato barbaramente ucciso insieme a due amici, nel corso di una strage assurda e ingiustificabile. Era lì, nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, con la sua compagna, i suoi amici e ai figli di quest’ultimi. Lui, che di quella violenza non era in alcun modo responsabile. Il vuoto lasciato da mio fratello è devastante, per me, per la mia famiglia, per chi gli voleva bene. È un dolore che non si colma, una ferita che non si rimargina“.

“Lo Stato deve cambiare passo”

Pirozzo – rivolgendosi a Mattarella e alla Meloni – chiede un cambio di rotta nella gestione della sicurezza e nella risposta legislativa alla criminalità violenta:

“Vi chiedo a nome della mia famiglia, delle famiglie delle altre vittime e di tutti gli italiani onesti, di intervenire con urgenza. Le leggi e le pene oggi in vigore non sono più sufficienti a fronteggiare questa deriva. Il mondo è cambiato e lo Stato deve adeguarsi con risposte forti, decise, concrete. Non possiamo permettere che altri genitori, fratelli o sorelle vivano l’atroce sofferenza che stiamo vivendo noi. Mio fratello era un giovane uomo che voleva solo godersi una serata serena con le persone che amava. Poteva essere chiunque. Poteva essere vostro figlio“.

La lettera inviata alle Istituzioni

A rendere nota la missiva è stato il deputato regionale Ismaele La Vardera, che ha incontrato Marco Pirozzo dopo aver ricevuto una sua mail.

La lettera è stata trasmessa via PEC al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Consiglio e ad altre autorità istituzionali.

Un gesto che vuole trasformare il dolore privato in una richiesta pubblica di giustizia e cambiamento.