PALERMO – L’arbitro per le controversie finanziarie ha riconosciuto il risarcimento a un pensionato, assistito dal presidente provinciale Codacons avvocato Paolo Di Stefano – che nel 2014 ha investito in azioni di Banca Popolare di Vicenza, condannando l’intermediario a pagare 16.500 euro, pari alla sua perdita totale, oltre interessi e rivalutazione monetaria.
A metter mano al portafogli dovrà essere Intesa Sanpaolo, malgrado si sia dichiarata estranea alla vicenda, considerando responsabile la sola bad bank, ossia BPVi oggi in liquidazione coatta amministrativa e all’epoca controllante di Banca Nuova.
“Si tratta di una vittoria certamente importante perché conferma la responsabilità della banca cessionaria, Intesa Sanpaolo, e perché si inserisce nel solco di altre pronunce favorevoli che accertano le molteplici e gravi violazioni bancarie, commesse in occasione delle operazioni di collocamento delle azioni BPVi“, dichiara Di Stefano, il quale aggiunge: ““Mi auguro che la banca ottemperi alla decisione dell’ACF, risarcendo l’azionista entro il termine di trenta giorni (oramai prossimo allo scadere) che le è stato assegnato, anche nel rispetto di quei principi deflattivi del contenzioso giudiziale che hanno ispirato l’istituzione dell’organismo di risoluzione alternativa delle controversie finanziarie, operativo in Consob dal 9 gennaio 2017“.
“A tal proposito – prosegue Di Stefano – considerato l’alto numero di azionisti BPVi danneggiati e la serialità del fenomeno, ritengo necessario che ogni operatore – per primo l’avvocato – faccia il possibile, laddove sussistano i presupposti, per evitare l’incremento del già alto numero di cause che intasa le aule dei tribunali. Tuttavia, nel caso in cui la banca rimanga inadempiente, non avremo altra scelta che citarla in giudizio“.
Secondo il Codacons: “È l’ennesima prova di quanto male si sia fatto ai risparmiatori, nell’ambito delle operazioni di collocamento delle azioni BPVi. Il problema, però, ha portata enorme ed è di rilevanza sociale. Per questo motivo, al di là dei ricorsi all’ACF o alle aule di giustizia, è necessario che le istituzioni intervengano con forte determinazione e senza ulteriori esitazioni. Per molti azionisti è infatti di vitale importanza ricevere risposte concrete, cominciando ad attivare i tanto annunciati fondi ristoro e il plafond che la stessa Intesa Sanpaolo aveva annunciato di aver stanziato a favore dei non pochi risparmiatori ‘traditi’ dagli istituti finiti in liquidazione“.
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