Palermo, Violante sulla trattativa Stato – mafia: “Mori chiese un appuntamento per Ciancimino”

Palermo, Violante sulla trattativa Stato – mafia: “Mori chiese un appuntamento per Ciancimino”

PALERMO – Sarà l’ex presidente della Camera Luciano Violante a testimoniare quest’oggi nell’ambito del processo sulla trattativa Stato – mafia.

Violante, chiamato a deporre dalla Procura di Palermo che rappresenta l’accusa nel processo che vede sul banco degli imputati ex ufficiali dell’Arma ma anche l’ex presidente del Senato, Nicola Mancino, dovrà riferire alla Corte d’assise dell’incontro con il generale Mario Mori – tra gli imputati del processo – nel 1992 e le richieste del Ros per un incontro con l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino.

Violante ha già riferito in aula che nell’ottobre del 1992, quando era all’epoca presidente dell’antimafia, su questa vicenda e all’epoca ha rifiutato l’incontro spiegando che se Ciancimino era interessato poteva essere audito dalla commissione antimafia.

Ma Violante lo ha raccontato all’autorità giudiziaria solo nel luglio del 2009, a distanza di diciassette anni.

E oggi, in aula, dopo averlo già raccontato in un altro processo, ha spiegato di aver letto un articolo su una conversazione tra Ciancimino e il misterioso signor Franco in cui si parlava di espressamente della sua figura e così ha deciso di riportare alla memoria i colloqui con il generale Mori.

“Nell’ottobre del 1992 – ha spiegato Luciano Violante – Mori mi disse che Vito Ciancimino voleva parlarmi di alcuni particolari dell’omicidio Salvo Lima e del significato politico di alcuni omicidi. Disse anche che aveva scritto un libro sulla mafia che poteva essere interessante. Ma io dissi che non ero interessato. Se voleva, doveva fare una richiesta formale alla Commissione. Qualche giorno dopo Mori tornò a trovarmi con il libro di Vito Ciancimino”.

Sulle bombe fatte esplodere nel 1993 a Roma e Milano il politico ha aggiunto: “Erano finalizzate a intavolare un dialogo, me ne convinsi perché furono fatte esplodere di notte, al contrario di quanto si sarebbe fatto se si volevano i morti”.

“Ritenni, allora, – ha evidenziato Violante – che l’unica contropartita che Cosa Nostra potesse pretendere era un allentamento del 41 bis, misura amministrativa che non doveva passare per il Parlamento”.