Usava la violenza per derubare le vittime e palpeggiarle: in manette italo-mauriziano

PALERMO – Agiva in gruppo: sceglieva la preda, preferibilmente sola e indifesa, la avvicinava e in pochi minuti l’aggrediva puntando armi e pistole. La violenza si risolveva in pochi minuti, rubava soldi e gioielli e poi approfittava anche per toccare la vittima nelle parti intime.

Non ha niente a che vedere con la storia del “ladro gentiluomo”, quella di James Burty Candeh 24 anni, arrestato in questi giorni a Palermo per crimini commessi lo scorso novembre, in esecuzione ad un ordine emesso dalla procura generale presso la corte d’appello di Palermo.

Un anno e 17 giorni è la pena di reclusione che l’uomo dovrà scontare per due episodi di rapina accertati. Particolarmente inquietanti, nello specifico, sono le modalità secondo cui agiva e che la polizia è riuscita a ricostruire grazie alla testimonianza di una donna colombiana che ha subito una delle rapine.

Le indagini condotte dagli agenti hanno preso avvio dalle precise segnalazioni della vittima che ha descritto, almeno uno dei suoi aggressori come un cittadino di colore capace di parlare un fluente italiano.

Si trattava, quindi, di uno straniero, non completamente tale, nel senso di un soggetto ben inserito nel tessuto sociale e criminale cittadino. Non molti gli individui di colore, residenti a Palermo, con un simile pedigree: tra questi, certamente Candeh James Burty, noto come uno degli astri emergenti della criminalità cittadina di Ballarò.

L’uomo, raggiunto nella sua casa vicino a corso Vittorio Emanuele, in una residenza diversa da quella dichiarata, è stato condotto negli uffici del commissariato di P.S. “Oreto-stazione” e riconosciuto dalla vittima. L’impianto accusatorio, venuto fuori dalle indagini della polizia di Stato e sostenuto dalla pubblica accusa, ha retto ai vari gradi di giudizio ed ha condotto alla condanna definitiva per l’italo- mauriziano.

L’uomo è stato rinchiuso nella carcere di Palermo.