PALERMO – Una giovane incinta era stata vittima di violenze da parte del suo compagno, tanto gravi da mettere a rischio la gravidanza.
Quando i membri della mafia di corso Calatafimi a Palermo vennero a conoscenza di questo brutale atto, decisero di agire prontamente.
Non solo controllavano gli affari illeciti del quartiere, ma volevano anche imporre la propria giustizia nei casi di violenza domestica.
Il capo del clan, Paolo Suleman, guidò una spedizione punitiva insieme a Rosario Lo Nardo e Giuseppe Marano per punire Giancarlo, il 37enne responsabile delle violenze.
Il loro obiettivo era chiaro: dimostrare agli abitanti del quartiere che la mafia non solo gestiva gli affari criminali, ma interveniva anche nelle questioni personali, sostituendosi alla giustizia ufficiale.
La giovane vittima delle violenze era stata portata d’urgenza in ospedale, rischiando di perdere il bambino.
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