PALERMO – Arrestati tre cittadini palermitani, rispettivamente di 20, 21 e 54 anni, dalla Polizia di Stato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i primi due, e domiciliare con braccialetto elettronico per il terzo.
Il provvedimento è scaturito dagli esiti di una capillare indagine svolta dai poliziotti della Squadra Investigativa del commissariato di Pubblica Sicurezza “Porta Nuova“, che hanno ricostruito degli episodi estorsivi aggravati realizzati ai danni di un cittadino di Palermo.
Minacce di morte e continue richieste di denaro: tre arresti a Palermo
Ciò che inizialmente era nato come una truffa, ha subito un’evoluzione in continue richieste estorsive, vissute come un incubo dalla vittima del reato che, in poco meno di un mese, era stato costretto a consegnare la cifra di 17.400 euro, completamente soggiogato dalle minacce di tre malviventi privi di scrupoli.
Quando la vittima, insofferente per le minacce patite, ha trovato la forza e il coraggio di denunciare le malversazioni agli investigatori del Commissariato Pubblica Sicurezza “Porta Nuova“, gli agenti si sono subito avviati per svolgere le indagini, giungendo all’identificazione degli autori dell’illecito e al loro successivo arresto.
L’escamotage con la truffa del finto incidente a Palermo
Tutto è partito dal classico finto incidente simulato da uno dei tre indagati. Infatti, ad un incrocio stradale, il soggetto a bordo della sua vettura aveva richiamato l’attenzione della vittima, reclamando il risarcimento dei danni connessi ad un asserito incidente provocato dal malcapitato.
Pur consapevole di non aver urtato alcun mezzo, nell’illusoria convinzione di liberarsi dallo scomodo/fastidioso interlocutore, che in maniera minacciosa pretendeva un immediato ristoro economico, la vittima gli ha consegnato una rilevante somma di denaro. Da qui l’inizio del suo calvario.
A cadenza quasi giornaliera quell’uomo, unitamente al complice pregiudicato di 21 anni, in qualche caso spalleggiati dal 54enne, che fingeva di essere un ufficiale giudiziario, gli individui raggiungevano la vittima addirittura fin sulla soglia di casa, pretendendo altre e più cospicue disposizioni patrimoniali in ragione di pretestuose argomentazioni come danni alla vettura inizialmente non previsti, spese legali, incassi non beneficiati per errori materiali nella compilazione dei bonifici ed altro.
Le modalità di pagamento
La consegna dei soldi sarebbe avvenuta in svariate modalità. Con bonifici, costrizioni di prelievi in cassa continua ed in contanti. Per intimidire maggiormente la vittima, il 20enne si era finto guardia giurata, indossando una vera divisa da vigilante, corredata da cinturone dotato di manette e di una pistola calibro 9 , la medesima che in altre occasioni portava alla cinta, mostrandola alla vittima per vincere le sue già deboli resistenze alla consegna delle pretese somme di denaro. Quest’arma, risultata poi essere una pistola giocattolo ma che non era immediatamente riconoscibile come tale, unitamente alle manette professionali e alla divisa, è stata poi ritrovata dagli investigatori e sequestrata.
Solo dopo l’ennesimo prelievo forzato di denaro, trovandosi in uno stato di sofferenza psichica intensa, temendo per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari e stremato dalle vessatorie richieste, la vittima ha trovato la lucidità per recarsi in Commissariato, dove ha trovato chi ha saputo tranquillizzarlo e rinfrancarlo.
Incastrati dalle telecamere di videosorveglianza
Ad incastrare i malviventi diversi filmati di sistemi di video-sorveglianza, pubblici e privati, testimonianze, e l’analisi dell’apparecchio cellulare della finta guardia giurata. Ciò ha permesso di appurare anche gli accordi relativi ai loro futuri programmi criminali in ordine ad altri propositi estorsivi da attuarsi nel centro storico ai danni di turisti, che avrebbe consentito loro di “farsi i bagni”, ossia di ottenere cospicue somme di denaro. A tal proposito, ipotizzavano addirittura l’acquisto di una placca da guardia giurata per rafforzare la loro posizione.
Nonostante l’essere incensurato e la giovane età, la finta guardia giurata manifestava una particolare spregiudicatezza criminale relativa alla programmazione di nuove simili azioni delittuose, tanto da riferire ai complici frasi come “ferma questo signore, vieni qua, parlo io… ed abbiamo 50 euro” oppure “lo sai che con me non sei mai senza soldi, succede una cosa, un secondo…boom boom boom ed abbiamo 50 euro”.
Il delineato quadro probatorio, con gravi e concordanti indizi di colpevolezza, è confluito nei provvedimenti (custodia cautelare in carcere e domiciliare) che gli agenti hanno eseguito negli scorsi giorni.
Note
Occorre precisare sempre che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio del principio costituzionale della presunzione di innocenza.