PALERMO – “Adesso siamo davvero ai ferri corti. Il contratto di solidarietà scade il 31 maggio e noi, vittime di un governo nazionale e regionale interessati solo a favorire gli imprenditori, abbiamo bisogno di un intervento risolutivo. In fondo vogliamo semplicemente esercitare un diritto fondamentale: lavorare“.
Lancia una richiesta di aiuto forte e chiara Loredana Ilardi, una ragazza che lavora, forse ancora per pochi mesi, a Palermo per AlmaViva.
Parliamo della più grosse realtà lavorative del capoluogo di Regione in quanto occupa quasi 5000 persone, la metà dei quali potrebbero perdere il posto nei prossimi mesi perché in esubero.
Non è più un mistero per nessuno, infatti, che i lavoratori dell’azienda di call center più conosciuta in tutto “lo stivale” verta in gravi difficoltà di bilancio che da anni gravano sulle spalle dei poveri impiegati, spesso anche molto qualificati.
Proprio perché questi giovani lavoratori non vengano lasciati soli, ecco che ci ha pensato “Sinistra ecologia e libertà” ad organizzare un incontro oggi pomeriggio per le 16.30 che si svolgerà alla Reale Fonderia alla Cala di Palermo.
“Il problema più grande – dichiara Ilardi – è quello della perdita delle commesse che genera uno scontro tra gli interessi dei committenti e quello degli imprenditori e che si ripercuote sui nostri diritti in quanto viene svalutata la professionalità anche di chi ha un alto tasso di scolarizzazione”.
Una lotta, quella dei lavoratori, che ha avuto inizio ormai 3 anni fa ma che ad oggi non sembra essere destinata a concludersi positivamente nonostante le ripetute interrogazioni parlamentari e le richieste di interlocuzione con il governo.
“Già nel febbraio 2014, insieme con Sinistra ecologica e libertà, grazie al deputato Erasmo Palazzotto, presentammo una mozione ma quasi nulla fu la risposta – continua Ilardi -. A inizio gennaio una delegazione AlmaViva si è fatta notare dal ministro Del Rio che si trovava a Palermo in occasione dell’inaugurazione del tram. Aveva promesso un incontro il 7 febbraio ma, al momento, nulla è stato confermato al contrario dell’incontro con l’assessore alle Attività Produttive Mariella Lo Bello confermato per giorno 29“.
Il punto in fondo, è sempre lo stesso. In Sicilia sono necessarie politiche di lavoro che incentivino gli imprenditori a investire qui ma che soprattutto non speculino sui diritti dei lavoratori perché come conclude il deputato Palazzotto: “Quello del call center è un settore che non può continuare a vivere senza regole certe e con lavoratori sottoposti ad un perenne ricatto”.