PALERMO – Stamane i carabinieri del nucleo operativo della compagnia Cefalù hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal gip presso il Tribunale di Termini Imerese, di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Lidia Napoli, palermitana di 40 anni domiciliata a Bagheria e, di Rosa Mazza, palermitana di 34 anni, anche lei domiciliata a Bagheria.
Le due devono rispondere della rapina perpetrata ai danni di un pensionato di Castelbuono, nella notte tra il giorno 1 ed il 2 ottobre scorsi. L’indagine condotta dai carabinieri, supportata anche dall’ausilio di attività tecniche, ha consentito di ricostruire con precisione la dinamica dei fatti.
La mattina del 2 ottobre, un pensionato di 69 anni di Castelbuono, ha sporto denuncia ai carabinieri dopo aver subito un furto nella sua abitazione ad opera di una donna, non identificata. Il sopralluogo presso l’abitazione insospettisce i carabinieri che si sono accorti di alcune incongruenze col racconto del denunciante.
I militari hanno rilevato, infatti, un modus operandi ben preciso che la donna ha utilizzato per appropriarsi in pochi minuti della chiave della cassaforte, seppur ben nascosta, e per svuotarne velocemente il contenuto: orologio da donna in oro bianco, 3.500 euro in contanti, un fucile marca Carl Gustav Stads, una carabina Winchester, un fucile a pompa Wossberg Combo ed una pistola giocattolo.
Successivamente è fuggito con l’autovettura del denunciante e col suo cellulare, per evitare che si potesse risalire al suo numero di telefono. L’anziano dopo una serie di tentennamenti, ha confessato ai carabinieri di avere contattato la sera precedente una donna, cioè Rosa Mazza, sua conoscente, per invitarla a casa sua. Questi, però, gli aveva procurato un incontro con un’altra donna, una certa Lidia Napoli, raggiungendolo poche ore dopo presso la stazione ferroviaria.
Quest’ultima giunta a casa del pensionato, dopo aver fornito prestazioni sessuali a pagamento, avrebbe somministrato all’uomo un sonnifero o una sostanza similare, e seguendo le precise istruzioni fornite dall’altra donna con cui aveva pianificato la rapina, non aveva avuto alcuno tipo di difficoltà, dal momento che conosceva bene la tipologia di beni da trafugare e la loro posizione all’interno dell’abitazione.
Nella formulazione dell’accusa, tra le altre aggravanti contestate, è stata evidenziata la modalità di consumazione del reato, avendo intenzionalmente posto la vittima, ultrasessantacinquenne, in stato di incapacità di volere o agire. Le due al momento si trovano ristrette ai domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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