PALERMO – È stato inaugurato a Maria Eleonora Hospital di Palermo, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale che fa parte di GVM Care&Research, lo “Spazio degli Sguardi“, un’area appositamente realizzata per consentire le visite dei familiari ai pazienti della riabilitazione cardiologica in assoluta sicurezza, grazie ad un atrio collegato tramite un vetro al corridoio esterno.
Nei giorni dedicati alle visite (due a settimana, il martedì e il giovedì, dalle 15 alle 17) i pazienti ricoverati nell’Unità Operativa di Riabilitazione Cardiologica potranno vedere i propri familiari e comunicare con loro attraverso un sistema vivavoce, in piena sicurezza. L’area sarà decorata con disegni realizzati dagli stessi pazienti ricoverati durante le attività di supporto psicologico; il disegno rappresenta infatti uno degli strumenti terapeutici del percorso riabilitativo.
Il progetto è stato ideato e fortemente voluto dalla direzione di Maria Eleonora Hospital con la collaborazione delle dottoresse Fabrizia Rubino e Vitalba Lamia, entrambe psicologhe all’ospedale di Alta Specialità, che nei mesi scorsi hanno lavorato con i pazienti per garantire loro un sostegno emotivo e psicologico durante i periodi di degenza, trascorsi senza poter vedere i propri familiari.
“A differenza di altri spazi – raccontano la dottoressa Rubino e la dottoressa Lamia – qui c’è una possibilità di ‘contatto’ più autentico anche se attraverso un vetro. L’incontro è svincolato da particolari ‘armature’, dispositivi di protezione individuale come tute o guanti, le persone indossano solo la mascherina. I pazienti in riabilitazione, che sono alla seconda settimana di degenza cardiologica, hanno così la possibilità di alleviare la sofferenza causata dalla distanza e dalla lungodegenza. Questo consente di migliorare gli aspetti motivazionali del percorso riabilitativo, abbattendo la percezione dell’isolamento”.
Il recupero dell’autonomia e del contatto con la quotidianità sono infatti fasi fondamentali del percorso di cura e di riabilitazione, che hanno a che fare con la possibilità del paziente di riaffermare la propria identità.
“La perdita di contatto con il mondo esterno e con il proprio ruolo di nonno, genitore o coniuge condiziona negativamente la risposta dei pazienti alle terapie e la sola idea di incontrare un parente o una persona cara costituisce per loro uno stimolo prezioso – spiegano le due dottoresse -. In parallelo, l’attivazione di questa iniziativa fornisce uno stimolo ai degenti per muoversi da un piano all’altro dell’ospedale e avere nuove opportunità di relazione. Il movimento, infatti, genera sempre un cambiamento. Non da ultimo, poi, l’incontro ravvicinato con i propri cari ricoverati mitiga la preoccupazione dei familiari, che diventano parte del processo di cura”.
Il progetto, nato durante la pandemia, risponde ad esigenze di salute psicofisica dei pazienti: “Non è immaginabile un percorso riabilitativo in cui il familiare non sia presente e parte attiva – dichiara il dottore Vincenzo Sutera, direttore sanitario di Maria Eleonora Hospital –. Per il benessere dei pazienti e l’efficacia del piano di cure è fondamentale mettere in contatto le due dimensioni, sanitaria e relazionale, in un percorso di continuità. Lo Spazio degli Sguardi è stato reso possibile grazie al lavoro integrato di un’équipe multidisciplinare, composta da medici, infermieri, fisioterapisti, operatori sanitari, psicologici e caregiver, che consente la presa in carico di tutti i riferimenti della persona, lavorando su un sostegno che non è più soltanto emotivo e crea un ponte tra ospedale e territorio”.