“Operazione Green Finger”, 2 sodalizi criminali per importare e vendere droga in Sicilia: VIDEO e DETTAGLI

“Operazione Green Finger”, 2 sodalizi criminali per importare e vendere droga in Sicilia: VIDEO e DETTAGLI

PALERMO – Nella mattina odierna personale della Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia – diretta dal Procuratore Capo della Repubblica Lo Voi, ha provveduto a eseguire numerose misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo, nell’ambito di un’articolata attività d’indagine denominata “Green Finger”, coordinata dal Procuratore Aggiunto De Luca, nei confronti dei seguenti soggetti, indagati a vario titolo per reati in materia di stupefacenti.

L’operazione costituisce epilogo e risultato di un’articolata attività di indagine avviata nel marzo 2015, convenzionalmente denominata Green Finger che ha permesso di ricostruire l’esistenza di due distinte associazioni a delinquere, capaci, tramite diversi canali, di importare a Palermo ingenti quantitativi di cocaina e hashish.

La ricostruzione dei fatti accolta dal giudice per le indagini preliminari è la seguente:

  • il primo sodalizio criminale era promosso da Salvatore Drago Ferrante che, nonostante fosse sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, aveva creato un’associazione per delinquere finalizzata all’importazione di cocaina da Buenos Aires con l’invio in quella città di corrieri. Drago Ferrante veniva coadiuvato nelle molteplici attività organizzative da Giuseppe Faia e Tommaso Lo Verso che eseguivano le direttive del promotore per le operazioni di importazione e trasporto della cocaina. In tale contesto Lo Verso partecipava all’organizzazione del trasporto di 3,150 chili di cocaina, facendo da scorta al corriere, il quale prelevava lo stupefacente proveniente dall’Argentina in Francia e lo trasportava in auto, venendo per tali fatti arrestato nella località di Viry.  Ed ancora è stata documentata un’altra trattativa per l’acquisto in Argentina di un’altra partita di cocaina per un valore complessivo di 29mila euro. Nell’occasione si è recato in Argentina per l’acquisto Calogero Rio, ma nonostante il pagamento della somma di denaro la partita di stupefacente non è stata poi consegnata. Peraltro, è stato appurato in corso di indagini, come Salvatore Drago Ferrante attivasse un nuovo canale di approvvigionamento di cocaina con un soggetto non identificato in Ecuador e che anche in questa circostanza, dopo il trasferimento di una somma di denaro necessaria per le prime spese, inviasse Giuseppe Faia, per fargli condurre di persona le fasi della trattativa poi non conclusasi;

 

  • del secondo sodalizio criminale era promotore Francesco Antonino Fumuso che, nonostante si trovasse costretto in regime di arresti domiciliari per altri reati, costituiva un’associazione per delinquere ben ramificata sul territorio nazionale, finalizzata all’importazione di ingenti quantitativi di hashish, attraverso contatti con soggetti stranieri operanti sul territorio nazionale tra cui Mohamed Essarrar, marocchino residente nelle Marche, responsabile dello smistamento in Italia di ingenti quantitativi di tale sostanza stupefacente, per conto di fornitori stazionanti in Marocco.  Facenti parte dell’associazione erano anche Giuseppe Bronte, Giuseppe De Luca, Agostino Giuffrè, all’epoca delle indagini latitante, che eseguivano le direttive impartite da Fumuso per le operazioni di importazione e trasporto della sostanza e l’individuazione dei corrieri. L’attività dell’organizzazione era mirata all’approvvigionamento di ingenti quantitativi di hashish che inizialmente venivano stoccati in un magazzino di Vicenza, gestito da  Giuseppe De Luca, che facendo spesso la spola tra Palermo e il Nord Italia, assicurava e gestiva l’invio a Palermo dei vari carichi di hashish, organizzando anche l’operato dei vari corrieri. De Luca, nella realizzazione delle attività delittuose, poteva contare nell’hinterland milanese sulla collaborazione di Agostino Giuffrè. La sostanza stupefacente veniva così acquistata e trasportata dalla provincia di Milano, da Vicenza o dalla provincia di Alessandria verso Palermo. Al riguardo, si è documentato come l’associazione criminale avesse acquistato una tonnellata di hashish da immettere a Palermo di cui complessivi 718 chili sono stati sequestrati. In particolare sono stati sequestrati i seguenti carichi di ingenti partite di hashish con conseguente arresto dei corrieri:

– il 7 settembre 2015 arresto a Palermo di Giuseppe Sinagra e sequestro di 200 chili di hashish;

– il 12 novembre 2015 arresto a Palermo di Vincenzo Gennaro e sequestro di 93 chili di hashish;

– il 20 gennaio 2016 arresto a Termini Imerese (Pa) di Antonio Pillitteri e Melchiorre Martini e sequestro di 95 chili di hashish;

-il 18 febbraio 2016 arresto a Palermo di Daniele Boncimino e sequestro di 150 chili di hashish;

-il 28 aprile 2016 arresto a Palermo di Gaetano D’Amore e sequestro di 60 chili di hashish;



-il 2 maggio 2016 arresto a Vicenza di Giuseppe De Luca con sequestro di 110 chili di hashish;

-il 3 agosto 2016 arresto a Palermo di Fabio Salerno e conseguente sequestro di 10 chili di hashish.

È stato ricostruito anche il trasporto nel capoluogo siciliano di 204 chili di hashish che De Luca, su indicazione di Fumuso, ha acquistato nei pressi di Alessandria. A Palermo lo stupefacente sarebbe stato materialmente ricevuto e detenuto da Giuseppe Bronte. Le partite di stupefacente acquistate dall’associazione erano destinate non solo a rifornire la piazza di spaccio palermitana, ma anche a soddisfare le esigenze in ambito regionale. Si è documentato che Giuseppe Bronte alienasse, per mezzo di corrieri che provvedevano al trasporto, hashish a Pasqualino Urso, Tiziana Urso e Sebastiano Lorefice, tutti residenti a Siracusa. In tale contesto, nell’agosto 2016, il corriere siracusano Fabio Salerno è stato arrestato in flagranza di reato, a Palermo, dove era giunto per ricevere da Bronte 10 chili di hashish.

Infine, le indagini hanno consentito di far luce su un separato contesto criminale che vedeva Alessandro Longo e il suo stretto collaboratore Vincenzo Di Maio effettuare cessioni di cocaina in favore di più clienti tra i quali Leonardo Alfano, Giuseppe Chiavello, Johnny Salerno, Pietro Lo Duca, Alessandro Anello, Gianfranco Di Benedetto, Angelo Cacocciola, i quali acquistavano per la successiva cessione a terzi.

In tale contesto, il 22 aprile 2015, si è prevenuto all’arresto a Partinico di Leonardo Alfano, con sequestro di 20 grammi di cocaina alienata da Alessandro Longo. Quest’ultimo è stato arrestato il 18 luglio 2015 per detenzione di 600 grammi di cocaina.

Le investigazioni hanno consentito d’individuare nel giugno 2015 anche una piantagione di cannabis indoor in zona Giacalone con conseguente arresto di Domenico Scarantino e Giacomo Di Maio e sequestro di 230 piante di cannabis.

 

 

 

 

Immagine di repertorio