CACCAMO – Non ci sono più dubbi sull’ergastolo di Pietro Morreale, accusato di avere ucciso la fidanzata Roberta Siragusa la notte palermitana tra il 23 e 24 gennaio di 4 anni fa a Caccamo.
La sentenza definitiva
La Cassazione mette il bollo di definitività sulla ricostruzione dell’accusa, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dall’imputato. Di “Orrendo crimine, di eccezionale gravità, compiuto con assoluta crudeltà”, aveva parlato il sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Dall’Olio nel corso della requisitoria di questa mattina.
La ricostruzione del caso
“C’è stato un doppio giudizio di responsabilità e le sentenze restituiscono una ricostruzione lineare. Roberta Siragusa ha trovato la morte quella notte per abbruciamento, con ustioni su tutto il corpo, dopo essere stata cosparsa di benzina. Benzina – ha detto il sostituto procuratore generale – che era nella macchina dell’imputato“.
E continua: “Il cadavere quella stessa notte è stato trasportato dall’imputato con la propria auto, a fari spenti, e gettato da una scarpata. Dopo il delitto, con Roberta che era già morta, ha inviato messaggi chiedendole dove fosse, chiedeva che fine avesse fatto. Ha cercato di costruirsi un alibi”.
“Nessun pentimento“
“Non c’è mai stato pentimento. La difesa dell’imputato ha cercato di valorizzare elementi già valutati in primo e secondo grado” ha spiegato il pg Dall’Olio riguardo l’inammissibilità del ricorso.