PALERMO – L’ex prefetto Filippo Piritore, accusato di aver depistato le indagini sull’omicidio di Piersanti Mattarella, ha deciso di impugnare la misura cautelare degli arresti domiciliari disposta nei suoi confronti.
I suoi difensori, gli avvocati Gabriele Vancheri e Dino Milazzo, presenteranno nei prossimi giorni ricorso al Tribunale del riesame, chiedendo la revoca o la modifica del provvedimento emesso dal gip Antonella Consiglio, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Le accuse e l’interrogatorio
Secondo l’accusa, Piritore — all’epoca funzionario di polizia — avrebbe contribuito a far sparire un guanto lasciato da uno dei killer nell’auto rubata utilizzata per la fuga dopo l’assassinio del presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, avvenuto nel 1980.
Nelle scorse settimane, l’ex prefetto è stato sentito dal giudice nell’ambito dell’interrogatorio preventivo, durante il quale ha ribadito la propria estraneità ai fatti e ridimensionato il suo ruolo nella vicenda.



