Omicidio Giuseppe Di Giacomo, eseguita ordinanza di custodia cautelare in carcere

Omicidio Giuseppe Di Giacomo, eseguita ordinanza di custodia cautelare in carcere

PALERMO – Nel pomeriggio di oggi, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per il reato di omicidio, aggravato dal metodo e dalle modalità mafiose.

L’operazione è stata eseguita in relazione all’omicidio di Giuseppe Di Giacomo, avvenuto il 12 marzo 2014, e si inserisce in una vasta indagine sull’organizzazione mafiosa di Porta Nuova.

Grazie alle sofisticate tecnologie di captazione e all’importante dispositivo di contrasto alla mafia del Comando Provinciale carabinieri di Palermo, è stato possibile acquisire prove chiare in merito alle responsabilità penali dell’arrestato nell’omicidio di Giuseppe Di Giacomo.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha permesso di individuare le responsabilità penali del soggetto, appartenente al mandamento mafioso di Porta Nuova e già destinatario di un fermo nel 2014 nell’ambito dell’operazione “Iago”, anche per la volontà di vendetta espressa nei suoi confronti.

Grazie alle acquisizioni investigative e alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, è stato possibile ricostruire il movente dell’omicidio di Giuseppe Di Giacomo, causato dalle frizioni all’interno dell’associazione per la leadership mafiosa.

Tuttavia, il quadro indiziario acquisito dovrà ancora essere confermato nel corso dell’iter processuale.

È doveroso rilevare che l’odierno destinatario della misura cautelare è, allo stato, solamente indiziato di delitto, seppur gravemente, e che la sua posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza