PALERMO – Si stringe il cerchio sulla figura del 16enne di nazionalità rumena accusato di essere uno degli autori dell’omicidio del senzatetto Aid Abdellah, conosciuto nel capoluogo siciliano con il nome di “Aldo“.
Dopo la confessione arrivata nelle scorse ore da parte del giovane, i carabinieri hanno perquisito da cima a fondo l’abitazione del presunto omicida trovando un paio di scarpe sporche di sangue e alcuni indumenti che sono stati immediatamente sequestrati e spediti al R.I.S. di Messina per la comparazione del Dna.
Secondo la ricostruzione della vicenda, il clochard trovato senza vita nella notte tra domenica e lunedì sarebbe stato ucciso durante una rapina. Il presunto aggressore avrebbe dichiarato di aver assalito il 56enne di origini francesi con una spranga, per poi portare via l’esigua somma di 25 euro. Il ragazzo potrebbe non aver agito da solo. Il giovane si sarebbe servito, infatti, della complicità di un altro ragazzino di appena 12 anni.
Per il 16enne che vive nel quartiere di Ballarò è stato disposto il fermo nel centro di prima accoglienza del Malaspina mentre il 12enne, non punibile, verrà mandato in una comunità alloggio per minori. Il ragazzino sarebbe orfano e vivrebbe in compagnia del fratello e della compagna.
Nel frattempo insorge in queste ore la costola siciliana della Lega. Igor Gelarda, capogruppo della in consiglio comunale a Palermo e responsabile regionale enti locali del partito di Matteo Salvini, punta il dito contro gli stranieri presenti nel capoluogo siciliano: “Palermo è una città violenta, dove si uccide per pochi euro, dove si percepisce un forte senso di insicurezza da parte dei cittadini. In questo quadro desolante, inutile giraci attorno, gli stranieri, extracomunitari e non, aggravano la situazione con un alto tasso di criminalità. A Ballarò, come in altre zone della città a forte concentrazione di stranieri. È necessario intervenire con fermezza, con la forza quando necessario“.
“Bisogna mettere da parte il buonismo una volta per tutte. Questo presunto assassino, in quanto minore, potrebbe avere una pena ridotta, poi potrebbe essere indirizzato verso un programma di rieducazione e, come prevede la legge, potrebbe essere per giunta inserito nel mondo del lavoro. Tutto questo ha contorni paradossali. Sarebbe più giusto, invece, potenziare i tribunali con nuovo personale, inasprire le leggi e ragionare su come potere fare processare i delinquenti stranieri nei loro paesi di origine“, conclude Gelarda.



