PALERMO – Oggi è un giorno diverso dal solito, oggi è l’anniversario della morte di Rocco Chinnici, grande magistrato italiano, al quale è attribuita una svolta nella lotta alla mafia.
La mattina del 29 luglio del 1983, Chinnici si trovava davanti alla sua abitazione insieme alla sua scorta, in via Federico Pipitone, a Palermo, diretti verso una Fiat 126 che conteneva un ordigno esplosivo di 75 chili, azionato da un membro di Cosa nostra, nel momento in cui i quattro si stavano avvicinando alla macchina.
Purtroppo, in seguito all’esplosione, per il magistrato e tre uomini della sua scorta non c’è stato nulla da fare: a scampare alla morte solo l’autista.
Chinnici aveva 58 anni quando si è spento davanti agli occhi dei suoi figli, ancora giovanissimi, Elvira e Giovanni, i quali erano in casa al momento del tragico episodio.
A distanza di anni, l’evento ha lasciato un segno indelebile, un episodio che, insieme a quello di Falcone e Borsellino, non può essere dimenticato. A ricordare Rocco Chinnici, anche il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, il quale scrive nel suo profilo Facebook: “La comunità siciliana ha il dovere di conservare la memoria e di essere grata e riconoscente a un valoroso uomo delle Istituzioni quale Rocco Chinnici è stato. Antesignano della lotta alla mafia, seppe intuire le capacità eccezionali di due giovani colleghi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, chiamandoli accanto a sé. Oltre a comprendere che era necessario un lavoro di squadra. E fu proprio grazie al suo intuito che è stata scritta una pagina indelebile nella storia del contrasto alla criminalità, con la creazione del primo pool antimafia. Quel sistema virtuoso di investigazioni ha, infatti, consentito allo Stato di avere una conoscenza approfondita del fenomeno mafioso, primo passo fondamentale per un’opera di contrasto e repressione efficace. Anche se spesso isolato e deriso, dai suoi stessi colleghi, Chinnici credeva fino in fondo nella legalità e nella giustizia e ha sacrificato la propria vita per difenderle. Ecco perché, al di là della ricorrenza odierna, abbiamo il dovere di non dimenticarlo.”
Fonte immagine Facebook: Nello Musumeci