Metalli pesanti all’interno di specie ittiche: pesce spada e tonno tra le più esposte

Metalli pesanti all’interno di specie ittiche: pesce spada e tonno tra le più esposte

PALERMO – Il problema dell’inquinamento ambientale, del quale ci siamo già occupati diverse volte, ne chiama in causa un altro più specifico riguardante anche l’alimentazione, ovvero quello della presenza di metalli pesanti all’interno del pesce.

Tante volte noi gustiamo diverse specie ittiche senza renderci conto delle sostanze contenute al loro interno. In passato abbiamo visto come ci sia il rischio della presenza del batterio Escherichia Coli nelle cozze, conosciute anche con il nome scientifico di “gallo provincialis”. Adesso la nostra attenzione si sposta su un altro problema, che tra l’altro è molto più comune nelle aree in cui ricadono impianti industriali, dato il propagarsi di sostanze chimiche in mare.

In termini di prevenzione, ma anche di monitoraggio un ruolo non indifferente viene svolto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, che svolge appunto questo compito giorno dopo giorno, attraverso i propri studi. Il responsabile dell’Unità Operativa Sistema Informativo e Statistico dell’ente, il dottor Stefano Vullo, espone un quadro delle ricerche compiute quest’anno e sottolinea quali siano le specie nelle quali la quantità è maggiore.

“Quest’anno è stata riscontrata una decina circa di casi di positività al mercurio – afferma Vullo –, con tenori al di sopra dei limiti istituiti dal Regolamento della Comunità Europea (un milligrammo per chilogrammo di peso fresco). I casi di positività sono stati maggiormente riscontrati in campioni di pesce spada. Sicuramente i top predators appartenenti alla catena trofica marina ossia quegli organismi marini che si trovano nei piani più alti della catena alimentare marina. Tra questi si annoverano il pesce spada, il tonno e il marlin. La maggior parte di essi rientrano nei limiti speciali riferibili ai tenori di mercurio del Regolamento”.

L’attenzione alle aree industriali rimane sempre alta attraverso la diffusione dei dati. In questo modo si cerca di agevolare anche la creazione di piani di bonifica.

“Cerchiamo di sensibilizzare gli addetti alle aree industriali – conclude Vullo – attraverso la divulgazione dei dati scaturiti da attività di monitoraggio di concerto con l’Assessorato Regionale alla Salute sulla presenza di queste sostanze indesiderate nelle aree oggetto di interesse nazionale, vedi i Sin (siti di interesse nazionale) e altri luoghi sensibili. Il nostro Istituto si adopera nel monitorare costantemente, in collaborazione con altre istituzioni regionali e con il Ministero della Salute, i tenori di metalli pesanti nella fauna ittica pescata in territorio siciliano. Il monitoraggio può servire quindi come strumento di prevenzione al fine di istituire piani di bonifica da parte delle autorità competenti”.

Immagine di repertorio