PALERMO – La gente pagava le bollette e loro si intascavano i soldi. Hanno fatto questa vita per diversi anni.
E dai oggi, dai domani, hanno fatto sparire ottocentomila euro dalle casse dell’Amap. Durante un’operazione del nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza sono finiti in manette due dipendenti dell’azienda municipalizzata che gestisce le acqua pubbliche a Palermo. Erano loro che dovevano riscuotere i debiti dei condomini morosi.
Fino a cinque anni fa chi doveva saldare il proprio debito poteva farlo in contanti ma dopo il 2009 la procedura è cambiata e se qualcuno doveva pagare poteva farlo solo con bonifici on-line o staccando un assegno. Così è scattata la truffa.
I due impiegati, Carmelo Di Bella e Carlo Fasetti, rilasciavano una ricevuta falsa e attraverso un hacker complice, riuscivano a entrare nel sistema informatico dell’azienda per mettere in regola quel condomino che aveva appena pagato la bolletta.
Durante le indagini è emerso che Di Bella in alcune occasioni aveva tentato di recuperare i bollettini col timbro Amap per sostituirli con altri che aveva un timbro falso. Ma non solo, attraverso le intercettazioni telefoniche l’uomo aveva avvertito dei clienti, che si erano rivolti a lui, pregandoli di non fare il suo nome qualora fossero stati convocati dai finanzieri.
A scoprire il farraginoso quanto astuto meccanismo sono stati gli stessi titolari dell’azienda che hanno presentato un esposto in procura. Alle loro orecchie sarebbe, infatti, arrivata una soffiata da parte di alcuni dirigenti e questo i due truffatori lo avevano sospettato tanto che a casa loro avevano fatto recapitare mazzi di fiori funebri con bigliettino di condoglianze, la testa di un animale scuoiato e addirittura la visita dei dipendenti di un’agenzia di pompe funebri. Chiare minacce di morte: se parlate ancora vi ammazziamo.