Mafia, processo per frode agli impianti di carburante: sei condanne, un’assoluzione

Mafia, processo per frode agli impianti di carburante: sei condanne, un’assoluzione

PALERMO – L’ex deputato regionale siciliano, Giuseppe Acanto è stato condannato a due anni di reclusione per la responsabilità di una maxi evasione fiscale sulla vendita di carburanti.

Le persone coinvolte nel reato sono sette, di cui sei sono state giudicate colpevoli e una è stata assolta: Danilo Lazzarotto è stato condannato a tre anni e due mesi; due anni invece sono stati assegnati a Giuseppe Ingrassia e Acanto, oltre all’ammenda di 600mila euro; Alessandro Iannaccone un anno e quattro mesi; Simone Girgenti sei mesi.

I distributori di carburante della famiglia Vernegno, appartenente alla mafia di Santa Maria di Gesù, non potendo essere gestiti direttamente, risultavano nelle mani di diversi prestanome, che lucravano in operazioni finanziarie sulle accise e su altre tasse. Coinvolto nel 2004 nella vicenda delle talpe in Procura e in quello stesso periodo finito in carcere, subentrò a Antonio Borzacchelli, il quale venne assolto, mentre, condannato definitivamente, tra le talpe, c’era il presidente della Regione Salvatore Cuffaro.

Successivamente, nel luglio del 2018, arrivò la confisca di beni per 400 milioni.