PALERMO – Sequestrata dalla Dia un’impresa impegnata negli appalti del passante ferroviario e ritenuta sotto il controllo di Cosa Nostra.
L’impresa è la “Multiservice Italgroup srl”, che opera nel settore delle pulizie e del giardinaggio ed e’ formalmente intestata a Girolama Calì, 46 anni, e Maria Loredana Orlando, 45 anni, ma secondo gli inquirenti di fatto faceva capo a esponenti del mandamento mafioso di San Lorenzo.
In un accesso ispettivo del febbraio 2014 nel cantiere “Malaspina” del passante ferroviario, gli uomini della Dia, oltre a rilevare che alcuni dipendenti erano affiliati all’organizzazione mafiosa, avevano accertato che l’azienda si era aggiudicata l’appalto grazie all’intervento di un importante esponente di Cosa nostra, che avrebbe aiutato le due donne a regolarizzare la loro posizione contributiva per il rilascio del Durc.
Il sequestro, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale su proposta del direttore della Dia, ha riguardato l’intero capitale sociale ed il compendio aziendale della “Multiservice Italgroup”, tre immobili, tre veicoli e cinque rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di circa 800mila euro.
Gli investigatori della Dia ritengono che la “Multiservice Italgroup” sia legata al clan mafioso di San Lorenzo, sottoposto ai Lo Piccolo. Una convinzione che deriva dai legami delle due donne poste in arresto.
Maria Loredana Orlando, è infatti la cognata di Marcello Trapani, ex avvocato del clan mafioso, oggi collaboratore di giustizia, mentre Girolama Calì, ufficialmente amministratore unico della società, è sposata con Rosario Trapani, impiegato Amat, che risulta essere in contatto con un altro boss di San Lorenzo, Giulio Caporrimo.
Ci sarebbero altri due indizi che hanno spinto la Dia di Palermo a considerare l’azienda sotto il controllo della mafia. Il primo è legato ai dipendenti dell’impresa di pulizie: sembrerebbe, infatti, che all’interno dell’azienda abbiano lavorato, in passato, membri attivi del clan mafioso, tra cui Francesco Paolo Liga, uomo d’onore della famiglia di Tommaso Natale. Il secondo, invece, è legato alla gara d’appalto vinta dalla “Multiservice Italgroup”. Secondo gli investigatori il bando di gara sarebbe stato pilotato da uno dei nuovi aspiranti al potere del clan mafioso, l’architetto Giuseppe Liga.