Mafia, nuove accuse piovono sul generale Mori

Mafia, nuove accuse piovono sul generale Mori

PALERMO – Una spada di Damocle pende sulla testa dell’ex comandante dei carabinieri Mario Mori e si chiama “protocollo farfalla”. L’esponente dell’arma è sotto processo, con il colonnello Mauro Obinu, con l’accusa di favoreggiamento a Cosa nostra in merito alla mancata cattura del boss Bernardo Provenzano. La procura generale ha richiesto la riapertura del dibattimento dopo che i due imputati in primo grado sono stati assolti.

Le novità, particolarmente rilevanti, emergerebbero in merito al “protocollo farfalla”. Si tratta di un documento che conterrebbe un accordo tra il Sisde, i servizi segreti, e il Dap, la direzione delle carceri.

L’accordo, secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, avrebbe previsto la possibilità per i servizi di “lavorare” indisturbati all’interno delle carceri senza alcuna autorizzazione formale, “acquistando” informazioni dai detenuti al 41 bis. I particolari rilevati dai detenuti venivano tenuti nascosti dagli uomini dei servizi all’insaputa di magistratura e organi inquirenti.



Sarebbero otto i boss che avrebbero ricevuto denaro per la vendita di informazioni con i fondi riservati del Sisde. Secondo i procuratori Roberto Scarpinato e Luigi Patronaggio con il generale Mori si realizzarono una “convergenza di interessi criminali nella creazione di una strategia della tensione e inquietanti strategie criminali tra Cosa nostra, massoneria, servizi segreti deviati ed esponenti di frange eversive” finalizzata a “costringere lo Stato a trattare con la mafia”.

Sarebbero stati favoriti, in questo modo, i boss Bernardo Provenzano e Nitto Santapaola. Proprio nella giornata odierna i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Catania hanno sospeso il processo a carico di Antonino Santapaola, fratello del boss Nitto, per “l’incapacità di partecipare coscientemente in giudizio”.

Il procuratore Scarpinato ha aggiunto che “il generale Mori ha sempre mantenuto durante il servizio prestato il modus operandi tipico di un appartenente a strutture segrete perseguendo finalità occulte, non supportate da procedure legalitarie di accertamenti istituzionali”.