PALERMO – Confiscati beni per circa un milione di euro a carico di Francesco Lombardo, 67enne di Altavilla Milicia (PA), Domenico Baglione, 64enne di Palermo e Francesco Lo Iacono, 43enne di Partinico.
Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa “Cosa nostra”, svolte dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo, avevano già portato tra il maggio del 2018 ed il giugno del 2022, all’emissione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica, di tre provvedimenti di sequestro beni a carico di Lombardo, Baglione e Lo Iacono.
Gli odierni provvedimenti hanno consentito di confiscare, per i primi due irrevocabilmente e per il terzo in primo grado, un ingente patrimonio, quantificabile in circa 1.000.000 di euro, riconducibile a “Cosa nostra”.
Francesco Lombardo era stato arrestato nell’operazione denominata “Argo” con l’accusa di aver diretto la famiglia mafiosa di Altavilla Milicia (PA), in particolare per aver coordinato le attività illecite nel settore delle estorsioni alle imprese ed esercizi commerciali della zona, riportando una condanna di primo grado ad anni 12 e mesi 8 di reclusione.
Il provvedimento di confisca “irrevocabile” ha riguardato i seguenti beni, del valore complessivo di circa 500.000 euro, entrati a far parte definitivamente del patrimonio dello Stato:
Domenico Baglione era stato arrestato nell’operazione denominata “Apocalisse” con l’accusa di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Palermo Partanna Mondello, in particolare per curato la raccolta del “pizzo” nella zona di competenza, riportando una condanna di primo grado ad anni 9 e mesi 4 di reclusione.
Il provvedimento di confisca “irrevocabile” ha riguardato i seguenti beni, del valore complessivo di circa 300.000 euro, entrati a far parte definitivamente del patrimonio dello Stato:
Francesco Lo Iacono, era stato arrestato nell’operazione denominata “Talea” con l’accusa di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Palermo San Lorenzo, in particolare per essere stato il mandate ed istigatore del danneggiamento avvenuto mediante incendio di sei auto custodite nella sede della AUTO CAR SERVICE S.R.L.S. di Partinico, riportando una condanna di primo grado ad anni 2 e mesi 8 di reclusione.
Il provvedimento di confisca di “primo grado” ha riguardato i seguenti beni, del valore complessivo di circa 200.000 euro:
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