PALERMO – Ossessionata dal cercare a tutti i costi una gravidanza, con la voglia di rifarsi una vita e fuggire via con l’amante: potremmo descriverla così Loredana Graziano, 35 anni, arrestata nelle scorse ore dai carabinieri di Termini Imerese poiché accusata di aver ucciso il marito, Sebastiano Rosella Musico.
Era il gennaio 2019 quando la donna avrebbe somministrato una dose di cianuro al marito, 40enne, pizzaiolo, la cui morte riempì le pagine delle cronache locali. Il decesso, infatti, in un primo momento, pareva essere giunto per cause naturali. Un infarto, forse. Ma sin dai tempi passati, gli inquirenti non avevano mai escluso la pista dell’omicidio.
E così è stato: lo scorso febbraio 2020 gli investigatori hanno sequestrato il feretro della vittima, per poi trasferirla a Palermo, al cimitero di Sant’Orsola, dove è stata effettuata l’autopsia. Successivamente la salma è stata riportata al cimitero di Termini Imerese per la sepoltura.
A distanza di due mesi sono giunti gli esiti dell’autopsia: Sebastiano Rosella Musico sarebbe stato avvelenato.
Le attività svolte dai carabinieri e dai consulenti medico legali della Procura della Repubblica di Termini Imerese sarebbero partite dalle dichiarazioni fornite dall’ex amante della donna, che proprio nel dicembre 2019, l’aveva accusata dell’omicidio.
Al centro del delitto pare esserci stato un forte senso di insofferenza che la donna pare avesse rispetto alla propria vita coniugale e così, per “far fuori” il marito, avrebbe dapprima somministratogli segretamente un farmaco anticoagulante – abitualmente assunto dalla zia – con effetti potenzialmente tossici nei casi di sovradosaggio e successivamente, il 22 gennaio 2019, gli avrebbe somministrato, in modo occulto, una dose di cianuro – che il padre utilizzava per le piante – determinandone il decesso per insufficienza cardiorespiratoria nel giro di pochi minuti.
Il giorno del decesso, però, Loredana – dopo aver somministrato il veleno al marito – sarebbe uscita di casa per recarsi a una lezione di canto a Palermo insieme all’amante e a un’amica. Chiusa la porta dietro di se, mentre scendeva le scale di casa, avrebbe sentito il tonfo del corpo del marito che cadeva per terra. Inerme. E moriva sul colpo.
La presunta omicida sarebbe salita in macchina e sarebbe andata via, come se nulla fosse successo, ma contenta – forse – di aver realizzato il desiderio di poter vivere felice col proprio amante al quale, nel mese di marzo, avrebbe raccontato di essere stata lei, in realtà, ad uccidere il proprio coniuge.
A seguito delle prolungate indagini svolte, su richiesta della Procura della Repubblica, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese ha emesso dunque il provvedimento dei giorni scorsi, ritenendo sussistenti gravi indizi di reità a carico della donna.
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