La giudice Silvana Saguto chiede al Csm: “Mandatemi in pensione”

La giudice Silvana Saguto chiede al Csm: “Mandatemi in pensione”

PALERMO – Il giudice Saguto, sotto processo per corruzione e abuso di ufficio, ha chiesto al Consiglio della magistratura (Csm) di andare in pensione per inabilità.

Il caso Saguto è scoppiato tre anni fa, quando grazie a delle indagini si era scoperta una gestione “privatistica” dei beni sequestrati alla mafia, facendo favoritismi a Palermo. Proprio tre settimane fa, il 21 gennaio, è iniziato il processo che l’accusa di associazione a delinquere e di reati contro il patrimonio e la gestione dei beni confiscati alla mafia.

Se la richiesta ,di esser collocata a riposo per motivi di salute, venisse accolta in tempi brevi, finirebbe nel nulla il procedimento disciplinare, nel quale la Cassazione ha chiesto la rimozione dall’ordine giudiziario e la Saguto avrebbe il diritto di richiedere il pagamento dei soldi che le sono stati tagliati dalla retribuzione dopo la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio nel novembre del 2015.

Infatti, da oltre due anni, la giudice Saguto percepisce un mantenimento pari a un terzo dello stipendio.

Però, i tempi per l’accoglimento della domanda di pensionamento per malattia sono lunghi, infatti, è necessario accertare con perizie la sussistenza dell’inabilità e se sia tale da giustificare la richiesta.

Ma neanche i tempi di esecuzioni delle sentenze disciplinari del Csm sono brevi, per le quali è consentita l’impugnazione davanti alle Sezioni Unite civili della Cassazione.

Infatti i giudici della cassazione, possono confermare oppure annullare con rinvio la pronuncia del Csm, disponendone un nuovo processo e questo farebbe aumentare notevolmente i tempi. Ma anche nel caso un cui la corte suprema confermasse la sentenza, perché diventi esecutiva occorre il deposito delle motivazioni.

Intanto, solo stasera sarà possibile sapere quando e se potrà riprendere il procedimento disciplinare, sospeso stamane dopo che è stato attestato il suo ricovero  in una clinica privata. Il tribunale ha disposto una visita fiscale per la Saguto e se quest’ultima accerterà un legittimo impedimento, il procedimento si fermerà in attesa che lei sia in grado di rendere le dichiarazioni spontanee.

Se non dovesse essere accertato il dibattito riprenderà e la parola passerà alla difesa della Saguto, affidata alla studio legale di Giulia Bongiorno.