CINISI – Fuochi d’artificio e baldoria in paese, ma lui è un ex boss mafioso.
Parliamo di Procopio Di Maggio, uomo d’onore di Cinisi e unico padrino della Cupola di Totò Riina rimasto in libertà, che ha creato grande indignazione per i festeggiamenti dei suoi 100 anni con tanto di botti.
L’anziano capomafia, ex fedelissimo di Tano Badalamenti poi tradito per essersi alleato con i corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano ha voluto fare le cose in grande il 6 gennaio: il pranzo in ristorante dove ha ricevuto l’ossequio di parenti e di poche decine di persone, e soprattutto quei fuochi d’artificio che sono stati un pugno allo stomaco per i parenti delle vittime di mafia.
Per molti, infatti, quel gesto ha rappresentato uno sfregio alla memorie delle vittime di mafia ed anche un’ennesima sfida nei confronti della legalità e dell’amministrazione comunale che aveva vietato i botti per tutto il periodo natalizio fino al 10 gennaio.
“Così il mafioso Procopio Di Maggio che ha voluto fare un atto di presenza in una Cinisi che lo ha da molti anni dimenticato e ignorato – afferma il sindaco Giangiacomo Palazzolo – avendo violato un’ordinanza sindacale, è stato sanzionato amministrativamente e denunciato per inosservanza del mio provvedimento”.
“Cinisi non c’entra niente – continua Palazzolo – con lui e con la mafia. Questa è la comunità di Peppino Impastato e con orgoglio desidero ripetere con forza le sue parole: “La mafia è una montagna di merda”.