PALERMO – Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, i finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza con cui il G.I.P. ha disposto la misura cautelare del divieto di esercizio di attività d’impresa per la durata di 12 mesi nei confronti di una persona indagata per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale nonché per bancarotta cosiddetta societaria.
Cos’è emerso dalle indagini
Le investigazioni, condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria, aliquota Guardia di Finanza, hanno riguardato il dissesto di una società operante nel campo dei servizi relativi alla tecnologia GPS nonché nel commercio all’ingrosso di strumentazione topografica e attrezzature scientifiche, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo nel 2021.
Gli approfondimenti svolti hanno evidenziato che l’indagato, amministratore della società, mediante artifizi contabili, avrebbe eseguito atti di distrazione del patrimonio aziendale in una fase in cui l’impresa stava accumulando ingenti debiti erariali e perdite di rilevante entità tanto che il passivo accertato in sede fallimentare è risultato superiore a 3 milioni di euro.
Nello specifico, nei bilanci societari, fin dal 2011, sono state appostate tra le immobilizzazioni voci tipiche di una operazione di acquisizione aziendale, mai di fatto avvenuta, al solo scopo di ridurre contabilmente il debito che l’amministratore aveva via via contratto nei confronti della società, mediante prelevamenti dalle casse aziendali di somme per circa 400 mila euro, in anni in cui l’impresa già manifestava uno stato di crisi ormai irreversibile.
Tra gli assets della società fallita, in particolare, era stato iscritto un marchio che, dalle indagini, è risultato però di proprietà di un’altra società, anch’essa gestita dal medesimo amministratore. Inoltre, nello stato patrimoniale erano stati inseriti anche crediti tributari per IVA pari a circa 345 mila euro che dagli accertamenti eseguiti sono risultati inesistenti. A restituire una rappresentazione artefatta della reale situazione societaria, inoltre, l’omessa indicazione nella contabilità aziendale di debiti nei confronti dell’Erario e degli Enti previdenziali e assistenziali per oltre un milione di euro.
Le accuse a carico dell’indagato
Sulla scorta delle evidenze acquisite, il G.I.P. del Tribunale locale, condividendo le valutazioni della Procura della Repubblica, ha individuato dunque la sussistenza, a carico dell’indagato, di un grave quadro indiziario basato sui reati contestati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e societaria.
Si evidenzia che il provvedimento cautelare è stato emesso sulla scorta de-gli elementi probatori acquisiti nel corso delle indagini preliminari; pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.