Incassi AST “rubati” dai dipendenti, Tafuri esce allo scoperto: “Sollevato dall’incarico per aver denunciato irregolarità”

Incassi AST “rubati” dai dipendenti, Tafuri esce allo scoperto: “Sollevato dall’incarico per aver denunciato irregolarità”

PALERMO – Torna a far discutere il caso Ast, Azienda Trasporti Siciliana, la partecipata regionale che il mese scorso ha visto indagati 75 dipendenti, accusati di aver sottratto gli incassi della vendita dei biglietti.

I responsabili di cassa della sede di Palermo hanno raccontato cosa succedeva, nel periodo compreso tra 2013 e 2016, quando gli autisti tornavano dal loro turno di lavoro.

Molti di loro non riconsegnavano il denaro a causa dei mancati stipendi, cosa che li ha portati a giustificarsi, ma c’è di più. Ben 42 fatture e 171.448 euro non dati ai fornitori. Cosa che ha costretto i dirigenti a inventare spese, spesso riferite all’acquisto di pezzi di ricambio, per giustificare i buchi che le somme mancanti e trattenute dai dipendenti lasciavano.

Questa pratica è stata giudicata irregolare dal consiglio di sorveglianza e, anche se i fornitori sono stati pagati, lo stesso consiglio ha avuto delle perplessità sull’attendibilità delle scritture contabili.

L’ex vicepresidente Ast Gaetano Tafuri, sollevato dall’incarico proprio nel 2013, dopo appena un anno di attività, ha deciso di uscire allo scoperto: “Proprio allora denunciai al presidente Rosario Crocetta alcune irregolarità all’interno dell’azienda. Dopo circa una settimana, però, mi sollevò dall’incarico proprio perché avevo acceso i riflettori su questo aspetto. Al posto mio venne nominata una persona. La stessa che ieri è stata arrestata, ma alla quale auguro di essere dichiarata innocente. Una situazione a dir poco paradossale della quale io sono vittima, malgrado avessi ragione. Aggiungo anche che, quando io ero in carica, c’erano i ritardi negli stipendi, ma questi ultimi prima o poi venivano pagati.”