PALERMO – La Direzione Investigativa Antimafia (Dia) di Palermo ha eseguito una confisca di beni, mobili e immobili pari a 20 milioni di euro, appartenenti a Salvatore Vetrano, imprenditore 48enne. Gli elementi confiscati si trovavano già sotto sequestro dal 2013.
L’uomo era già stato arrestato diverse volte. La prima nel 1999 perché, insieme al padre, aveva nascosto un carico di pesce proveniente da una rapina, all’interno di una cella frigorifera della sua azienda.
Una seconda volta finisce in manette nel 2002, quando viene accusato di rapina in concorso con alcuni soggetti mafiosi. Infine, nel 2012 torno in carcere per il tentato omicidio ai danni di un imprenditore.
A seguito delle indagini, gli inquirenti hanno dimostrato che Vetrano aveva acquisito nel tempo numerose aziende nel settore del commercio, grazie anche all’accesso di fondi comunitari provenienti dal Fondo Europeo per la Pesca in Sicilia, ma aggirando il fisco.
Inoltre, stando alle testimonianze di alcuni pentiti, il patrimonio dell’uomo proverrebbe dal sostegno di Cosa Nostra, con la quale avrebbe stretto un rapporto di scambio di favori. Vetrano, infatti, avrebbe fornito del denaro all’associazione mafiosa e assunto uomini vicini alle famiglie.
Immagine di repertorio
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