PALERMO – Oramai da quasi 2 mesi, la tanto temuta seconda ondata sta investendo numerosi Paesi europei, con casi in aumento e variazioni giornaliere spesso ben maggiori rispetto a quelle di inizio emergenza. Anche l’Italia, in queste ultime settimane, sta vivendo un incremento rapido di casi di positività su tutto il suolo nazionale.
Il nostro Paese, al fine di contenere la diffusione del virus, in vista soprattutto dell’estate, il 1° giugno di quest’anno ha lanciato sugli store dei nostri cellulari l’app Immuni che consente di avvisare gli utenti di eventuali esposizioni con persone positive.
Sin dai primi istanti in cui l’app è stata resa pubblica sono iniziati i dibattiti sulla questione della privacy, con chi affermava violasse i dati e chi proteggeva la sua sicurezza.
L’app, nata a protezione della pubblica incolumità, non ha così avuto il successo sperato nei suoi primi giorni di vita. Pochi giorni fa, però, il Governo ha condiviso i dati relativi ai download effettuati in tutto il suolo nazionale: 8.145.511. Un dato positivo, un incremento esponenziale rispetto ai mesi e ai giorni scorsi.
Purtroppo, però, non possiamo gridare vittoria in quanto, nel grafico relativo alle percentuali per Regione, la Sicilia si classifica ultima, con solo il 7,8%, ben al di sotto della media nazionale, 12,5% (popolazione over 14). In vetta alla classifica, invece, si classifica l’Abruzzo, con il 15,9% .
Ma tornando ai dati nazionali, quanto realmente possiamo essere fieri di questi dati?
Proviamo quindi a fare un confronto con un altro Paese europeo con 65 milioni di abitanti, il Regno Unito. Qualche giorno fa, il 24 settembre, infatti, dopo mesi di prove, Londra ha dato il via libera all‘app del NHS (Servizio sanitario Nazionale) per il tracciamento dei contatti in Inghilterra e Galles. L’app in questione ha le stesse funzioni di Immuni e in più avverte il cittadino se quest’ultimo si trovi in una zona a rischio e dà la possibilità di effettuare il check-in quando si entra in un locale attraverso la funzione di Qr code scan.
Ma torniamo ai dati, su una popolazione over 16, nel Regno Unito, nelle prime 24 ore di vita dell’app, sono state oltre 6 milioni le persone ad aver effettuato il download, stesso dato che in Italia è stato raggiunto il 3 ottobre, ovvero 4 mesi dopo il lancio ufficiale di Immuni.
Non è finita qui. Nel Regno Unito, dopo 2 settimane dalla pubblicazione dell’app NHS Test&Trace, sono stati oltre 16 milioni gli utenti ad averla scaricata (si parla di quasi 1/3 della popolazione adulta inglese), contro i nostri 8 milioni di cittadini.
Allora si potrebbe obiettare sulla questione abitanti, ma questa, purtroppo è opinabile, in quanto l’app di Londra esclude la Scozia e l’Irlanda del Nord, riducendo così il numero di utenti. Inoltre, l’app del NHS ha raggiunto gli stessi numeri di 4 mesi di Immuni dopo sole 24 ore.
Ma se in un Paese che sicuramente non ha spiccato per gestione dell’emergenza i cittadini hanno preso coscienza dell’importanza di tracciare i contagi, come mai in Italia l’app Immuni arranca ad avere successo nonostante le ripetute campagne del Governo?