PALERMO – Il magistrato Alessia Sinatra è stata recentemente condannata dal Consiglio Superiore della Magistratura con una censura per la sua condotta in un caso che risale a quattro anni fa. Secondo la Sezione Disciplinare del CSM, la sua condotta è stata “grave” perché, anziché denunciare le molestie sessuali subite da un collega, si è alleata con Luca Palamara, l’ex presidente dell’ANM arrestato per corruzione, per influenzare i membri del CSM a votare contro la nomina del dottor Creazzo all’ufficio di procuratore della Repubblica di Roma.
La vicenda risale al 2017, quando Alessia Sinatra, magistrato a Palermo, è stata oggetto di molestie sessuali da parte di un collega durante un evento di lavoro. Invece di denunciare immediatamente l’accaduto, il magistrato ha deciso di non fare nulla e di trattenere il dolore e la rabbia dentro di sé.
Tuttavia, nel 2019, quando è emerso lo scandalo delle tangenti e delle corruzioni nella magistratura, Alessia Sinatra ha deciso di fare una mossa azzardata. Ha deciso di rivelare la sua esperienza di molestie sessuali in un libro intitolato “La pelle che mi abito”, denunciando anche il fatto che in passato aveva già fatto la denuncia senza ricevere giustizia.
Successivamente, la Sinatra è stata coinvolta nell’inchiesta sulla corruzione che ha portato all’arresto di Luca Palamara, l’ex presidente dell’ANM. Durante l’inchiesta, è emerso che Palamara avrebbe tentato di corrompere il magistrato per ottenere favori in alcuni processi. Inoltre, la Sezione Disciplinare del CSM ha stabilito che Alessia Sinatra ha cercato di influenzare i membri del CSM a votare contro la nomina del dottor Creazzo all’ufficio di procuratore della Repubblica di Roma.
La condotta del magistrato è stata giudicata “grave” dalla Sezione Disciplinare del CSM, perché ha agito come una “sorta di giustizia fai da te” anziché denunciare l’accaduto. Inoltre, ha cercato di condizionare i membri del CSM per favorire i propri interessi.
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