I dubbi della famiglia sulla morte di Simona Cinà. Aperto fascicolo per omicidio colposo contro ignoti

I dubbi della famiglia sulla morte di Simona Cinà. Aperto fascicolo per omicidio colposo contro ignoti

BAGHERIA – “Voglio sapere cosa è successo a mia figlia, perché è morta. Voglio sapere solo perché…”: è un grido di dolore e di verità quello lanciato dalla madre di Simona Cinà, la ventenne trovata senza vita nella piscina di una villa a Bagheria durante una festa di laurea.

Il giallo sulla morte di Simona Cinà

“Vogliamo sapere cosa è successo, vogliamo chiarezza sulla fine di nostra figlia”, ha ribadito il padre della ragazza, sollevando dubbi su alcuni elementi poco chiari: “C’erano solo bottiglie d’acqua, la piscina era pulita, e nessuno ci ha chiamati. Siamo stati noi a contattare la villa, alle 4,45 del mattino, per avere notizie. Ma dov’è finito l’alcol?”.

Simona, raccontano i genitori, era una ragazza solare, determinata, dedita allo studio e allo sport. Frequentava il terzo anno di università, amava il surf e il beach volley, e per questo, sottolineano, era perfettamente a suo agio in acqua. “Mia figlia era un pesce in acqua”, afferma il padre, mentre la madre, tra le lacrime, la ricorda così: “Era buona, non litigava mai con nessuno. Era conosciuta da tutti per la sua solarità. Portava sempre a termine i suoi obiettivi”.

I dubbi dei genitori e dei fratelli

Anche i fratelli di Simona – la gemella Roberta e il maggiore Gabriele – esprimono forti perplessità sulla dinamica dell’accaduto. “Quando siamo arrivati – raccontano – il suo corpo era già coperto, a bordo piscina. C’erano i carabinieri e un’ambulanza. Ma c’erano troppe cose che non tornavano: era una festa di laurea, ma non c’era una torta, non c’erano alcolici. I ragazzi erano tutti bagnati, in silenzio. Non abbiamo trovato i vestiti di nostra sorella, solo le scarpe. Lei era in costume”.

L’ipotesi che durante la festa potessero essere circolate droghe viene citata dai familiari con estrema cautela. “È una possibilità a cui abbiamo pensato – ammette il fratello Gabriele – ma lei non avrebbe mai assunto nulla. Era una sportiva, si sottoponeva a continui controlli. Era sana come un pesce”. E aggiunge: “Conoscevamo Simona, non era il tipo da annegare in piscina. Era esperta, allenata, e non avrebbe mai perso il controllo in acqua”.

I fratelli riferiscono anche le prime parole ricevute all’arrivo nella villa: “Ci hanno detto che forse si era trattato di un malore, che l’avevano trovata così in piscina. Ma era tutto troppo pulito, come se si volesse cancellare qualcosa. Non sembrava una festa: niente disordine, niente musica, niente bottiglie”.

Nessun indagato

Intanto, la Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. L’ipotesi al momento privilegiata dagli inquirenti è quella di un malore o di un incidente avvenuto senza responsabilità di terzi, ma l’inchiesta è ancora in corso e la famiglia chiede risposte.

“Non vogliamo puntare il dito contro nessuno – concludono i fratelli – ma c’è qualcosa che non torna. Vogliamo solo la verità per Simona”.