Gravi danni alla sanità siciliana, 10 arresti nell’operazione “Sorella Sanità”: Codacons si costituirà parte civile

Gravi danni alla sanità siciliana, 10 arresti nell’operazione “Sorella Sanità”: Codacons si costituirà parte civile

PALERMO – Il Codacons si costituirà parte offesa nell’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo, che oggi con l’operazione denominata “Sorella Sanità” ha portato a 10 arresti disposti dal gip del Tribunale di Palermo e al sequestro preventivo di sette società, con sede in Sicilia e Lombardia, nei confronti del Commissario per l’emergenza in atto, considerato il manager antitangenti, faccendieri, imprenditori e pubblici ufficiali infedeli, accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e turbata libertà degli incanti.

“Ancora una volta si assiste in Italia ad un sistema corruttivo consolidato, finalizzato ad alterare l’aggiudicazione di importanti appalti relativi a servizi pubblici resi ai cittadini. Una pratica ancor più grave se si considera l’arricchimento di pochi avvenuto sfruttando l’emergenza coronavirus in Italia – afferma il Codacons -. Illeciti che, se confermati, avrebbero ripercussioni dirette per la collettività, in quanto l’aggiudicazione degli appalti sarebbe stata disposta non sulla base del merito e dei requisiti, ma grazie a tangenti e corruzione, con effetti negativi sui servizi resi all’utenza”.

Lo schema illecito, ricostruito dagli specialisti anticorruzione del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria prevedeva che l’imprenditore interessato all’appalto avvicinasse il faccendiere, interfaccia del Pubblico Ufficiale corrotto. Quindi il faccendiere, d’intesa con il Pubblico Ufficiale, concordava con l’impresa le strategie criminali per pilotare l’aggiudicazione della gara; infine, la società, ricevute notizie dettagliate e riservate, presentava la propria “offerta guidata”.

Per tale motivo il Codacons annuncia che si costituirà parte offesa nell’inchiesta e, se saranno confermati gli illeciti contestati, chiederà ai responsabili un maxi-risarcimento per i danni arrecati agli utenti della sanità siciliana. “Non possiamo infine non chiederci dove fosse l’Autorità Anticorruzione, il cui compito è proprio prevenire e bloccare tali situazioni, mentre venivano posti in essere gli illeciti contestati dalla magistratura”, concludono.