Funerali vittime Monreale: “Basta con Gomorra e Mare Fuori. Qui si muore davvero”

Funerali vittime Monreale: “Basta con Gomorra e Mare Fuori. Qui si muore davvero”

MONREALE – Lacrime, commozione e dolore hanno fatto da sfondo questa mattina alla celebrazione dei funerali dei tre giovani uccisi, durante la sparatoria di settimana scorsa, a Monreale (Palermo).

A rompere il silenzio assordante che ha accomunato l’intera comunità è stato un lungo applauso che ha accolto le tre bare bianche, simbolo di quella purezza che – a detta di chi li conosceva – contraddistingueva l’animo delle vittime. Un animo pulito, sporcato da una macchia di sangue indelebile. Proprio come il dolore di chi oggi, per l’ultima volta, ha salutato Salvatore, Massimo e Andrea.

Funerali vittime di Monreale, i maxi schermi in piazza

In piazza sono stati allestiti due maxi schermi per consentire, alla folla rimasta fuori dal Duomo, di seguire la cerimonia funebre. Proprio lì fuori, su un balcone è stato appeso uno striscione, volto a mandare un messaggio forte e chiaro: “Basta con Gomorra e Mare Fuori. Qui si muore davvero“.

Il cordoglio del sindaco di Monreale

Il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono: “Vanno via sempre i migliori. Forse erano angeli e saranno loro a indicarci la strada per superare questo momento. Monreale non è in ginocchio per paura, ma per commemorare questi ragazzi e il coraggio che hanno avuto. Non sono stati ammazzati, si sono sacrificati, perché quella sera poteva andare molto peggio. Grazie a loro avremo nuovamente la possibilità di tornare a respirare la libertà”.

Le parole dell’arcivescovo

Si è unito al cordoglio dei presenti anche Gualtiero Isacchi, l’arcivescovo di Monreale. “Essere qui, davanti ai corpi senza vita di Andrea, Salvatore e Massimo, ci pone brutalmente di fronte alla gravità della situazione sociale nella quale siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza: non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare; non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci. Da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve come ci mostra la cronaca quotidiana. Pare che nessun luogo o comunità possa essere immune da un tale contagio di violenza. Dobbiamo compiere una decisa e radicale inversione di marcia. Ma da dove partire? Le morti di Andrea, Salvatore e Massimo ci interrogano: perché tanta ingiustizia? Perché tanta violenza?”.

“Care mamme Antonella, Giusi e Debora; cari papà Mario, Giacomo ed Enzo; cari Claudia, Marco, Giusi, Giuseppe, Ignazio, Sabrina, Marika e Gabriel Ignazio; cari nonni, famigliari tutti, insieme con voi piange tutta Monreale. Piangono, pure, tanti uomini e donne – genitori, figli, educatori – che da tutta Italia – conclude l’arcivescovo – hanno fatto giungere il cordoglio e la partecipazione al nostro dolore e alla nostra preghiera”.

Il vuoto incolmabile nei cuori dei familiari

Al termine della messa i familiari dei tre giovani hanno dato voce al dolore con cui dalla notte di sabato scorso sono costretti a convivere.

Il fratello di Massimo Pirozzo: “Come si può perdonare una cosa del genere? Voglio ricordare mio fratello pieno di energie, in esplosione di vita, aveva tanti progetti. Chiedo alle istituzioni di prendere provvedimenti. Non abbiamo sentito la vicinanza di chi ci comanda dall’alto. Come se questo fosse normale. Sulla giustizia, non ho fiducia nello Stato e non so come andremo avanti“.

Dopo quello del fratello, c’è stato l’intervento della mamma di Pirozzo: “Massimo era bello come il sole. Buono e felice. Grazie per tutto quello che mi avete dato”.

La parola è poi passata alla cognata di Andrea Miceli. “Mi rivolgo ai giovani. Pensate all’importanza della vita e se vi stanno rubando qualcosa, scappate. Alle Istituzioni dico che non è possibile che non non vi fosse una sola pattuglia quella notte in strada”.